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libro v. capo xxiii. 37

la divina disposizione accadde, che il duca Vettari, all’insaputa degli Schiavi, la sera innanzi giungesse là da Ticino. E poichè i suoi cavalieri1 (come si suol fare) eransi ritornati alle loro case, essendogli arrivato sì fatto annunzio degli Schiavi, con pochi uomini, cioè con venticinque, marciò contro di loro. Onde gli Schiavi, vedendolo venire con sì scarso numero, si misero a deriderlo dicendo: ecco il patriarca che viene coi chierici contro di noi. Ma Vettari essendosi avvicinato al ponte del Natisone2, il quale è posto nel sito ove risiedevano gli Schiavi, strappandosi l’elmo (aveva egli la testa calva) mostrò il suo volto agli Schiavi; ed allora avendo essi conosciuto esser quegli Vettari improvvisamente atterriti si misero a gri-

  1. L’originale: comites.
  2. L’incertezza del Cluverio intorno al luogo del castello di Broxas fece malamente congetturare, che il ponte del Natisone fosse un antico ponte romano in vicinanza di Terzo nel basso Friuli; ma secondo il testo dello storico il ponte da esso indicato non poteva essere distante dal castello di Broxas; perciò, considerato anche attualmente il corso del Natisone, si vede chiaro non poter essere questo che il ponte pure antichissimo posto fra Cividale e S. Pietro degli Schiavi, un miglio distante da quest’ultimo luogo. E quello il confine estremo che divide la Schiavonia dal Friuli, e dove, anche al dì d’oggi, passano tutti gli Schiavi di quelle alpi per discendere nell’Italia.