Pagina:Storia del Collegio Cicognini di Prato.djvu/12

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IV. Il Consiglio generale di Prato nel 1633 delibera doversi introdurre in Prato la Compagnia. — Giuliano Fazzi nel 1639 lascia eredi de’ suoi beni i Gesuiti, con che Tondino in Prato una loro Casa. — Francesco Cicognini nel 1666 fa lo stesso; ma impone ai Gesuiti l’obbligo d’istruire. — Disposizioni più importanti nel Testamento Cicognini. — Lorenzo Niccolai nel 1697 dispone de’ suoi beni in aumento del lascito Cicognini.

V. Cenni sulla vita dei tre fondatori del Collegio .

VI. Difficoltà incontrate nel liquidare e valutare la sostanza Cicognini. — I Gesuiti non adiscono l’eredità, ma prendono ad amministrarla. — Necessità che nella fondazione degli Istituti i mezzi siano adeguati al fine.

VII. Il Gesuita Rimbaldesi nominato amministratore dal Generale Oliva. — Amministra con zelo, ma vien tacciato d’inetto c di ladro. — Lettere anonime. — Proroghe all’accettazione dell’eredità.

VIII. Supplica di cittadini Pratesi al Papa per fondare un Vescovado in Prato con porzione dei beni Cicognini. — Il Papa non risponde. — Quei di Prato non vogliono che i Gesuiti acquistino beni stabili nel loro territorio; c perchè. — Scaltra risposta del Generale dei Gesuiti per acquietarli. — Atto d’accettazione dell’eredità nel 1672.


CAPITOLO SECONDO


Il Collegio fabbricato dai Gesuiti.

(1692-1724)


IX. Quei di Prato pregano a venir presto i Gesuiti. — Questi non si muovono. — Il Padre Lorenzo Calvi. — Sue premure perchè s’incominci la fabbrica. — È tenuto a bada dai Gesuiti. — Cessione della Badia di Grignano per la fabbrica.

X. Si fanno disegni e progetti, ma non si conchiude nulla; e si affitta la Badia. — Muore il Padre Calvi.

XI. Rivelazioni sull’ammontare della sostanza, e dubbi sull’amministrazione gesuitica. — Lite dei Gesuiti coi Padri Somaschi.