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LIBRO TERZO — 1798. 177

ignoto, smisurati gli apparecchi. Alle quali notizie il governo di Napoli più temendo per la Sicilia che per l’altro regno, fece ristaurare le antiche fortezze, alzar nuove batterie di costa, meglio guardare i porti, presidiare l’isola di ventimila soldati, e quaranta migliaja di milizie civili, concertare i segnali a prender l’armi, e i luoghi dove accampare. E a maggiori cose provvedendo, strinse nuove alleanze, ma secrete, con l’Austria, la Russia, la Inghilterra, la Porta. Delle quattro confederazioni uno il motivo: la vendetta; uno il pretesto, ristabilire la quiete di Europa. Per l’alleanza con l’Austria, durevole quanto la guerra, l’imperatore terrebbe stanziati nel Tirolo e nelle sue province italiane sessantamila soldati; il re, nelle sue frontiere, trentamila; e l’uno e l’altro accrescerebbe il numero quanto il bisogno; quattro fregate napoletane correbbero l’Adriatico in servizio delle due parti. Il ministro Thugut per l’Austria, il duca di Campochiaro per Napoli, fermarono il trattato, a Vienna, il 19 di maggio del 1798.

L’imperatore di Russia Paolo I fu magnanimo, concedendo senza prezzo o mercede una flotta in difesa della Sicilia, e battaglioni di soldati, duecento Cosacchi, le corrispondenti artiglierie di campagna, per combattere in Italia sotto il generale supremo del re di Napoli. Alleanza per otto anni, fermata in Pietroburgo il 29 di novembre dal marchese di Serracapriola per le nostre parti, e da Bezborodko, Kotschoubey e Rostopchin per la Russia. L’imperatore amaya Serracapriola, che n’era degno per prudenza e virtù. La lega con la Inghilterra, negoziata il 1° del dicembre in Londra tra ’l marchese del Gallo e ’l cavaliere Hamilton, stabiliva che la Gran Bretltagna terrebbe nel Mediterraneo tanto navilio che soperchiasse al navilio nemico; e Napoli vi unirebbe quattro vascelli, quattro fregate, quattro legni minori; e darebbe al bisogno dell’armata inglese del Mediterraneo tremila marinari di ciurma. E infine con la Porta ottomana ripeterono in quei giorni medesimi le proteste antiche di amicizia; quello imperatore promettendo a richiesta del re dieci migliaja di Albanesi.

XXIX. Le cure di guerra grandi e sollecite non distoglievano dalle tristizie de’ processi, ed anzi per nemico più vicino e felice imperversarono i sospetti; le autorità di polizia vedevano in ogni giovine un congiurato; in ogni moda o foggia di vestimento un segno di congiura; la coda dei capelli tagliata, i capelli non incipriati, i peli cresciuti sul viso, i calzoni allungati sino al piede, i cappelli a tre punte e piegati; certi nastri, o colori, o pendagli, erano colpe aspramente punite, apportando prigionia e martorii come in cause di maestà. Quindi stavano le carceri piene di miseri; le famiglie di lutto, il pubblico di spavento; e tanto più che profondo silenzio copriva i delitti e le pene. Alcuni prigionieri erano stati uditi,

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