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LIBRO SETTIMO — 1815. 161

madre Letizia, a’ quali allo approssimar de’ pericoli la regina apprestava imbarco per Francia; e a’ quattro teneri figlioli di lei per Gaeta, già vinto ed inseguito Gioacchino, rotto e disperso l’esercito, le fortune del regno infime ed irreparabili, caduta ogni speranza, ogni lusinga svanita. E quando (presenti me ed il principe di Cariati) l’afflitta famiglia venne a lei per congedo, ella mesta sì ma serena, gli racconsolava di consigli e di speranze simulate a conforto loro. Partirono, Ella dopo silenzio brevissimo tornò alle faccende di governo; e trattandosi di surrogare a Manhes altro generale di maggior senno e valore, che respingendo i Tedeschi oltre il Liri, lasciasse al re libera ritirata dagli Abruzzi, ella scelse il generale Macdonald napoletano, e ministro in quel tempo della guerra. Ed ecco in quel mezzo presentarsi a lei il duca di Santa Teodora, che assistente alla partenza dei principi, riferendone le particolarità, di tenerezza piangeva; e la regina: « O trattenete il pianto, gli disse, o andate, vi prego, a sfogare il dolore in altro luogo; che il mio stato non abbisogna di pietosi spettacoli.» Sensi ed opere degni del grado e del sangue.

XCVIII. Il Macdonald giunto al comando della quarta legione, mosse contro il nemico; e per piccoli fatti d’armi lo cacciò oltre la Melfa; avvegnachè i Tedeschi in quella guerra, cauti ad assalire, solleciti al ritirarsi, manifestavano di aspettar vittoria meno dalla propria virtù che da’ falli del nostro esercito e dalle scontentezze de popoli. Ed intanto il re proseguiva a ritirarsi per la via di Abruzzo, avendo messe contro il nemico in retroguardia le schiere meglio ordinate della prima legione, accresciute di pochi resti del decimo reggimento, e di un battaglione italiano di nuova leva. Il qual battaglione, quattrocento uomini, fu il solo ajuto che per la indipendenza d’Italia dessero gl’Italiani all’esercito di Napoli: lo comandava il general Negri, nato sul basso Po, presentatosi al re in Ferrara da colonnello del già regno Italico, accolto e fatto generale; prode in guerra, partigiano zelosissimo di libertà, millantatore di seguaci che non aveva. La retroguardia, guidata dal general Carascosa, si arrestò alle rive del Sangro per aspettare l’esito de’ movimenti di Macdonald; ed in quel tempo, assalita, volteggiò abilmente, e sì che uccise molti de’ nemici, altri prese: gli spinse confusamente nella città di Castel di Sangro; e più faceva se per novello comando non avesse dovuto sospendere il combattimento, e ritirarsi. Quelli furono gli ultimi favori della sorte alle bandiere di Napoli.

Il re sperava congiungere le schiere che seco menava dalle Marche alle altre del general Macdonald, riordinarle in Capua, trarre dalle province nuovi armati, e lasciando presidiate Ancona, Pescara, Gaeta e Capua, radunare quindicimila soldati dietro la linea di-

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