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292 LIBRO DECIMO — 1821.

il pubblico ritirando a folla i depositi scuoprì un voto di ducati 500 mila, antichissimo e sino allora non avvertito. I fondi pubblici decaddero anch’essi; nè per infedeltà o improvvida legge, ma per gli stremi della finanza, il discredito del ministro, i vacillamenti di quel nuovo stato.

Molti provvedimenti per la milizia e per la guerra ho sparsamente riferiti nel nono libro, perciocchè non isfuggivano come gli altri allo sguardo del popolo. Ora dirò delle cose militari quanto si riferisce alle leggi. Trenta mila soldati ne’ tempi di pace, cinquantadue mila per la guerra componevano l’esercito stipendiato: seguivano le milizie civili, centoquaranta mila tra urbani, militi e legionarii, de’ quali i primi difenderebbero le proprie mura, i secondi la provincia, gli ultimi il regno. Le proporzioni tra fanti, cavalieri, zappatori, artiglieri, erano come in esercito bene ordinato e convenienti alle particolari condizioni delle due Sicilie. La guardia (parola intesa ne’ moderni eserciti) era conservata, ma per tal modo che fosse premio a’ servigi, sprone alle opere, non mai strumento al dispotismo, non mai pericolo alla libertà: ella, che che se ne pensi da taluni, è conveniente alla natura delle milizie ed al genio di questo età delle distinzioni cupida, purchè nascano dall’ eguaglianza. Le milizie soldate si facevano per coscrizioni, le civili erano regolate dal senno e dalla sorte: per quelle valevano ancora le antiche leggi, per queste il ministro della guerra propose una sapiente ordinanza, ma non piacque al general Pepe che altra men buona ne impose alla giunta di governo. Il parlamento avrebbe corretto quegli errori, se le urgenze della guerra soffrivano il ritardo che viene dalle riforme. Armi, vestimenti, munizioni, stanze, ospedali furono allestiti. Scarseggiavano gli archibugi, ed averne a compera nella presente lega de’ governi europei fu impossibile: perciò si animarono e accrebbero le fabbriche interne, le quali fornirono ai primi bisogni; avrebbero dato in breve armi abbondanti. Tutte le fortezze ristorate, accresciute: nuovi forti alzati nella frontiera e nello interno, troppi in guerra ordinata di eserciti, appena bastevoli combattendo per popoli.

Nuove leggi regolarono i licei militari, gli avanzamenti, i premii per guerre o ferite, le ricompense a’ velerani agl’invalidi: cessavano le parzialità de’ ministri e de’ principi; ogni merito, ogni servigio troverebbe mercede.

Le deseritte cose si operarono da tre ministri, Al Carascosa si debbe il maggior merito, perciocchè quasi tutte furono de’ tempi suoi. Fu del Parisi una legge per le vedove de’ militari e per gli orfani, ed altra per alloggiar le milizie stanziali o di passaggio. II Colletta nessuna nuova legge propose, operò sulle cose fatte: provvide in tempi penuriosi a tutti i bisogni dell’esercito e della guerra;