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58 LIBRO SETTIMO — 1808-9.

Giuseppe, e di spingere i Napoletani e sè medesimo alla grandezza, ad ogni ambizione, ed a’ precipizii. Perciò m’era d’uopo disegnare brevemente, e come a gruppi, ciò eh’ egli fece da successore di altro re, e descrivere con ordine di tempi e di cose le opere una all’altra succedente del proprio ingegno.

VIII. Prima tra queste fu la milizia assoldata e la civile. Gioacchino, al suo giungere in Napoli, compose due reggimenti di Veliti, ed altri battaglioni e compagnie sotto inavvertiti nomi: astuzie necessarie per assoldar uomini. Giuseppe non aveva osato porre in piede la coscrizione perchè la ripugnanza dei popoli al militare servizio, l’istesso brigantaggio, la facilità a’ coscritti di fuggire in Sicilia, facevano temere che uomini levati per noi servissero di ajuto e reclutamento al nemico; rispetti gravi e veri, non dispregiati ne’ primi tempi di regno dallo stesso arrischioso Gioacchino. I reggimenti di Giuseppe si composero di uomini tratti dalle carceri e dalle galere, o di perdonati del brigantaggio, o de’ ribaldi adunati dalla polizia, o infine (e questa era la parte più pura ma piccola) de’ prigioni delle ultime guerre della Calabria; formavansi nelle piazze chiuse, s’impediva loro l’uscirne, ed appena instrutti andavano in lontane regioni. I due reggimenti di veliti davano minor sospetto, perchè formati di gentiluomini, abborrenti così dal brigantaggio, come dal fuggire in Sicilia, lasciando alle vendette della polizia le famiglie.

Per le milizie civili nuova legge e difettiva, imponendo non piccola taglia a’ possidenti e troppo servizio a’ militari, pareva scritta per avarizia e per imporre a’ popoli travagli e tributi; nè a sostegno della società ma del governo. Eppure la volontà e l’opera continua del re produssero che la milizia civile serviva, combatteva, acquistava uso e gloria di guerra. L’ultima invasione francese nel regno di Napoli, e direi meglio nella Italia, differisce dalle passate, pur francesi o di altre genti, per alcune essenzialità, delle quali prima e maravigliosa è armare i popoli vinti, come non usano le conquiste, perchè a farlo si vuole proponimento di bene operare, pensiero di durabilità, o speranza di pubblico amore.

IX. Ma tenui ed incerti mezzi di guerra non bastavano a’ bisogni ed alle ambizioni di Gioacchino. Al cominciare dell’anno 1809 si magnificavano i servigi e le ricompense de’ reggimenti napoletani che militavano in Spagna: si profondevano lodi e doni ad ogni milite soldato o civico che nelle continue occasioni di guerra esterni o di brigantaggio faceva impresa di valore; ne’ circoli di corte, ne’ discorsi del re, negli usi, nelle fogge, non si pregiavano che le cose e le sembianze militari. E dopo allettato in tanti modi, e lusingato il genio delle armi, si pubblicò la legge della coscrizione. Ogni Napoletano da’ 17 a 26 anni sarebbe scritto nel libro della