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LIBRO SETTIMO — 1810. 79

combattendo uccisi, altri morti per tormenti, ed altri di stento, alcuni rifuggiti in Sicilia, e pochi, fra tante vicissitudini di fortuna, rimasti ma chiusi in carcere.

Fra mille casi di morte molti ne furono e strani e grandi; ma due soli ne scelgo più atti a rappresentare l’indole del brigantaggio, e più degni per la maraviglia di racconto.

Benincasa capo di briganti, da’ suoi tradito, legato, mentre dormiva nel bosco di Cassano, fu menato in Cosenza, e ’l general Manhes comandò che gli si mozzassero ambe le mani, e, così monco, portato in San Giovanni in Fiore sua patria, fosse appeso alle forche; crudel sentenza che quel tristo intese sogghignando di sdegno. Gli fu prima recisa la destra, ed il moncone fasciato non per salute o pietà, ma perchè non tutto il sangue uscisse dalle troncate vene, essendo riserbato a più misera morte. Non diè lamento, e poi che vide compiuto il primo uffizio, adattò volontario il braccio sinistro su infame palco, e mirò freddamente il secondo martirio, e i due già suoi troncati membri lordi sul terreno, e poi legati assieme per le dita maggiori, appesigli sul petto. Spettacolo fiero e miserando. Ciò fu a Cosenza. Nel giorno istesso impreso a piede il cammino per San Giovanni in Fiore, le scorte tra via riposarono; e di esse una offrì cibo a quel sofferente, che accettò, ed imboccato mangiò e bevve, nè solo per istinto di vita ma con diletto. Giunse in patria, e nella succedente notte dormì: al di seguente, vicina lora del finale supplizio, ricusò a conforti di religione; salì alle forche non frettoloso nè lento, e per la brutale inlrepidezza morì ammirato.

Parafanti, altro capo di briganti, aveva di età oltre quarant’anni, ed era d’animo audace, d’indole atroce, di forme e forza gigante. Giovine appena, omicida e bandito, commise, per necessità di vita e difesa, altri furti e assassinii; ma nei rivolgimenti del 1806 singraziò ai Borboni abbracciando la loro parte, e per quattro anni guerreggiando con fortuna varia, più spesso felice. Nelle persecuzioni del gonerale Manhes, travagliato in ogni luogo, chiusagli la ritirata in Sicilia, circoscritto nel bosco di Nicastro, chi della banda morì combattendo, chi timido si diede al nemico; cinque soli restarongli seguaci ed una donna, moglie o compagna. Caduti nel bosco istesso in altri agguati, quattro morirono, uno fu preso, egli e la donna fuggendo salvaronsi. Ma numerosa schiera glinsegue, la donna cade uccisa al suo fianco, Parafanti è solo e resiste.

Colpo di fuoco gl’infrange losso di una gamba, e fu la prima percossa in tutti i suoi cimenti di bandito e brigante: non cade, ma non regge in piedi, appoggia l’infermo lato ad un albore e combatte. L’altissima e mala fama del suo coraggio tiene lontani gli assalitori, ma poi l’uno di questi, non più animoso ma industre,