Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/139

Da Wikisource.

nel 1211 da Costantino d'Arborea e nel 1253 Prospero, arcivescovo di Torres, presiedette come legato apostolico un sinodo nazionale, al quale intervennero tutti i presuli delle diocesi sarde.

Il priorato di S. Maria divenne in seguito un beneficio, di cui i titolari avevano dritto ai più alti onori ed a grosse prebende.

Oggidì la chiesa è destinata a parrocchia ed il curato che ha il dritto al titolo di priore, è di nomina regia e gode dei redditi dei vasti salti che fino dall'epoca dei giudicati vennero donati al monastero.

A pochi passi dalla chiesa è la cappella di Bonacattu, di piccolissima dimensione, in cui sono i caratteristici archetti puggianti su mensoline con incavi sui quali sono murate le ciotole iridescenti. In questo oratorio si conserva un bassorilievo policromo in terracotta rappresentante la Madonna col Bambino, alla quale la tradizione attribuisce virtù miracolose ed origine antichissima. È invece un'opera pregevolissima degli ultimi del XIV secolo.

La Chiesa di S. Maria è a croce latina, ma ritengo che questa forma non sia l'originaria. Infatti nei muri laterali si svolge la cornice ad archetti circolari a tutto sesto poggianti su mensoline mentre nei muri dei bracci traversali della croce si hanno archetti pensili a largo diametro e nell'abside rincorre elegantissima una cornice con sottostanti archetti trilobati. Questi per la loro forma ricordano le archeggiature della Chiesa di San Pantaleo, colla quale divide l'altra spiccata caratteristica delle lesene co-