Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/192

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scuri. L'effetto è tanto più imponente in quanto questo contrasto si esplica sopra un basamento a tinte chiare, in cui qualche soutile filare di trachite timidamente comparisce nel terso paramento.

Ed anche qui può rilevarsi uno dei tanti ripieghi, di cui servivansi gli architetti medioevali per ottener effetti di eleganza sobria e scevra di monotonia: i filari non sono egualmente alti ma la loro altezza varia in relazione alle dimensioni dei filari di calcare bianco in modo d'aversi un campo inegualmente suddiviso in cui il bianco predomina.

Nella sommità dei muri laterali della navata centrale abbiamo una diversione dalle solite forme decorative romaniche: non più l'archeggiatura che costantemente rilevammo nella nostra lunga disamina d'edifici medioevali, ma una cornice a denti di sega che non ha riscontri nella decorazione pisana e che ha invece molto analogia colle cornici del duomo di Murano, di Santa Fosca a Torcello e dell'ab side di S. Marco a Venezia.

Sotto la cornice sagomata svolgesi il fregio, in cui sono questi intarsi triangolari ottenuti con lastrine di trachite sul calcare. La cornice ed il fregio sporgono dal vivo del muro e paiono sostenuti da una serie di mensoline elegantemente intagliate. Genialmente risolta ci apparisce la difficoltà della sporgenza della cornice agli spigoli dei muri mediante ben congegnate mensoline d'angolo. Boruta Chiesa di S. Pietro di Sorres finestra dell'antica canonica.


Alla grande corte della canonica di una signorilità unica prospettano finestre di squisita eleganza. ottenuta con l'alternatività dei cunei calcarci e trachitici. Contorna l'arco di ciascuna apertura una