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de archiepiscopum domnum Azzu, et de Dominum Nicolaus episcopum, et de totu fiios meos, lu affilio assantum Petrum de Simbranos sa clesiam mea assantum Benedicto de Monte Cassinum pro appatila in potestate sua a parte de Sanctum Benedictu et fazzatinne cala bolet, appatila benedicta Sanctum. Amen.

Documenti posteriori ci fanno conoscere che Costantino di Garvia fu uno dei più influenti maiorales del giudicato di Torres e consanguineo del giudice Costantino.

Il pontefice Callisto II con bolla del 16 settembre 1123 riconfermava colle altre chiese che l'ordine dei Benedettini di Monte Cassino aveva Sardegna anche ecclesia S. Petri de Simbrano.

Quest'elargizione, largamente encomiata dal continuatore di Leo Ostiense, fu poi nel 1147 confermata da Gonnario di Torres, allorchè, di ritorno dalle crociate, soffermossi per alcuni giorni nel monastero di Monte Cassino1.

Nella Chiesa di S. Pietro abbiamo una variante genialissima delle linee architettoniche, svolte nelle due Chiese di Saccargia e di Tergu. Al primo ordine tre arcate poggiano sui pilastri angolari e su esili colonnine e l'arcata centrale più ampia ed ornata circoscrive la porta. che non differisce dalle solite porte delle chiese medioevali di Sardegna se non per tre figure rozzamente scolpite nella lunetta sopra l'architrave.

Sopra il primo ordine rincorre una fascia elegantemente ornata con fogliame e con caulicoli, sovra la quale poggiano le basi delle colonnine del secondo ordine; in questo non abbiamo il motivo delle ampie arcate impostantisi su colonnine e su pilastrini come a Sorres, a Saccargia, a Tergu e ad Ottana, ma rincorre orizzontalmente una serie d'archetti a sesto acuto poggianti alternativamente su mensoline e su colonnine.

Nel centro abbiamo una finestra circolare contornata da una fascia sagomata. Nel frontone la indipendenza dalle forme solite decorative è ancor più spiccata: gli archetti sono più piccoli e sono in numero di sei per ciascun lato con tre colonnine, due piccole eguali e la centrale posta con arditezza di concezione nell'asse della facciata. Anche negli ornati abbiamo una maggior libertà di linee, pur attenendosi alle forme classiche.

Queste varianti non hanno pur tuttavia tale portata da modificare

  1. Tola, Cod. Dipt. Sard., Sec. XII, pag. 216.