Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/240

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A quest'espandersi di vita italiana non corrispose un adeguato sviluppo artistico: distrutti gli antichi giudicati, nei quali la limitata coltura dei re e dei maiorales facilmente fece trascendere la religione in superstizione, di cui giovaronsi il clero e gli ordini monastici per ottenere donazioni e chiese in cui il prestigio dell'arte era incitamento a più doviziose largizioni, i patrizi pisani che sostituirono i giudici nel governo, erano troppo spregiudicati ed adusati alle contese, talvolta sanguinose, contro l'invadentismo del pontificato per lasciarsi da questo influenzare e per esser munifici verso il clero e gli ordini monastici, quando da interessi particolari a ciò non fossero indotti.

Siamo ben lungi dai tempi in cui i giudici erigevano chiese pro remedio et salute anime mee e donavano ricche donnikalie e libbre d'argento ai vescovi ed ai priori per il condono delle più turpi consuetudini e dei più feroci delitti.


Alla fine del XIII ed al principio del XIV secolo abbiamo indubbiamente nell'isola una sosta nel movimento artistico. I ricchi mercanti di Castello di Cagliari, è vero, ampliano ed abbelliscono con rinnovate forme la cattedrale, dedicata come il Duomo di Pisa alla Gran Madre di Dio, innalzano al cielo le fulve torri che. sorte per aspre lotte, ora imprimono alla nostra Cagliari una suggestiva nota d'arte, ma gli artefici non sono più chiamati ad erigere mirabili chiese e fulgidi cattedrali come quelle che, inghirlandate di colonnine e rivestite di marmi multicolori, nel secolo precedente adornarono le antiche e turrite città.

Le manifestazioni d'arte di questo periodo storico non eccellono per grandiosità di forme e per ricchezza d'ornamenti. Sono per lo più chiese di ristrette dimensioni che traggono il loro pregio da poche linee decorative svolte con innato sentimento d'arte. Dal punto di vista stilistico alcune sono tarde manifestazioni delle forme del primo gruppo; altre s'inspirano ai motivi architettonici svolti nelle chiese del secondo gruppo; ma oltre queste, ve ne sono alcune, finora completamente sfuggite agli studiosi, le quali hanno un impronta particolare con caratteri stilistici ben definiti e possono comprendersi in un terzo gruppo.

Queste chiese rappresentano il periodo di transazione nell'isola fra lo stile romanico ed il gotico. In esse sopra la struttura decorativa ed architettonica romanica che per niente differisce da quella delle chiese