Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/296

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Il pergamo istoriato acquista coi risultati, cui siamo pervenuti, un valore eccezionale non tanto per le vicende della Primaziale di Pisa quanto perchè, essendo stato ultimato nel 1162, il suo autore, Guglielmo, risulta il primo in ordine cronologico di quel gruppo d'artisti che tenne il primato nella scultura toscana avanti che sorgesse l'opera meravigliosa di Nicola.

Gruamonte resta sempre lo scultore più affine a Guglielmo; come questi segna le pieghe a punta: sparge i fondi di cerchi e di stelle con effetti decorativi; orna di figurette le cattedre della Madonna e contorna con scritte esplicative i pannelli scultorici quasi ad aiutar il riguardante nell'interpretazione delle storie iconografiche non rese evidenti da un'arte ancor bambina.

Malgrado tante affinità, l'arte di Guglielmo è di molto superiore a quella di Gruamonte e ben ciò vide il Venturi che la definì il canto del cigno, l'ultimo progresso, della scultura romanica in Toscana.

Antecipando di un secolo l'esecuzione del pulpito di Cagliari, Guglielmo apparisce invece rinnovatore e caposcuola, nè fu iperbolica lode dell'epigrafista il chiamarlo prestantior arte modernis, giacchè egli fu realmente tale, mentre Gruamonte, che dovette sortire dalla sua scuola, fu solo, com'è chiamato nell'architrave di S. Andrea, magister bonus.