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Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/318

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drale d'Oristano dell'antica struttura medioevale non conserva che alcune cappelle. pochi frammenti della facciata e la torre campanaria.

Le prime vennero erette sotto l'influenza delle costruzioni gotiche aragonesi che rapidamente s'estesero per tutta l'isola anche in quelle provincie ch'erano sottratte, come il giudicato d'Arborea, al dominio dei re d'Aragona. Di squisita e geniale architettura è una cappella gotica a cupola con costoloni diramantisi dai quattro peducci, che con eleganti motivi d'archetti e di colonnine permettono l'imposta della cupola sui quattro muri perimetrali.

Le altre cappelle sono a sezione quadrata con volte gotiche a crociera, aventi costoloni sagomati intersecantisi diagonalmente. Al loro punto d'intersezione è in ciascuna cappella un rosone di forma anulare. contornato da una fascia ornata ed avente effigiato in piccolo rilievo qualche santo. In una di queste cappelle è murato un marmo colla seguente iscrizione in sardo: iobia ad dies viii de maiv de mcccxlix morivit messer philippo mameli dottore de deretv et de lege et canonicv darbar et iaghet cughe sossa sva.

Quest'iscrizione ci permette d'assegnare la costruzione delle cappelle gotiche al XIV secolo, quando più intensa era nell'isola l'opera dei maestri catalani. ricercati dovunque per l'arditezza delle loro costruzioni. È degno di rilievo in quest'epigrafe l'uso della volgare; in un secolo, in cui la lingua dei dotti era il latino ed in catalano trascrivevansi ne]l'isola gli atti di governo, a mio parere, l'adozione del dialetto oristanese non solo negli atti dei giudici d'Arborea ma anche nelle epigrafi mortuarie e nelle iscrizioni consacratorie, ebbe significato di nobile protesta contro le invadenze e le usanze di quel popolo, che già spadroneggiava nella rimanente parte dell'isola e in cui si presentiva il nemico che dovea soffocare ed annientare l'ultimo residuo dell'antico reggimento dei giudici locali.

Queste cappelle debbono ritenersi aggiunte del XIV secolo portate all'antica Chiesa di S. Maria. Di questa non rimane che un frammento esterno presso la porta della sagrestia, il quale ci attesta quanto cervellottiche sieno le induzioni esposte dallo Spano sull'antico Duomo d'Oristano1.

Asserisce infatti il buon canonico che nel XI anno verso il 1070,

  1. Spano, Appendice al Bullettino Archeologico Sardo, Anno X, 1864.