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Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/320

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nere che la chiesa era ristretta con tre navate sostenute da due file di colonne.

Siamo, come si vede, ben lungi dalla imponente basilica a cinque navate immaginata dallo Spano.

Notizie su questa chiesa riscontransi nelle opere di alcuni storici del seicento, quali il Vico e l'Alco; quest'ultimo ne scrisse con sufficiente ampiezza ed esattezza — a parte il difetto comune a tutti gli scrittori seicentisti, d'esaltare cioè le cose anche le più modeste — nell'opera sua manoscritta Successos Generales de l'ista y Regno de Sardena (Vol. II. pag. 971): Esta Iglesia en sn architectura muestra ser obra de Pisanos, como la demas Cathedrales de la Isola, trazaronla espaciosa alta, y capaz, en forma de cruz, con tres naves, que las dividen dos ordinas de colunas de una pleza de piedra muy fuerte, cun sus arcos de selleria, que sustentan las paredes, y el maderaye del texado de la misma Iglesia; toda la obra dentro y fuera es de cantos quadrados, de color blanco colorado y negro, entreverados con tal arte y primay, que muestra hauer sido edificio, y obra Real muy vistosa, costosa, y primorosa; fabbrico tambien una Torre par le campanas, todo de contos quadrados, tan alta fuere, y hermosa, que no la tiene meyor ninguna otra Cathedral del Regno.

Nel piazzale e nei locali annessi alla cattedrale conservansi tutt'ora le colonne sulle quali doveano poggiare le arcate della navata centrale: esse con alcuni capitelli romani, sparsi qua e là nei fondaci della Chiesa, ci permettono di stabilire che l'antica cattedrale di Oristano, come la vicina chiesa di S. Giusta, avea una costruzione frammentaria con clementi architettonici tolti dalle vicine rovine di Tarros.

La torre campanaria, deturpata nel coronamento da uno strano cu- polino e da più strani e goffi mascheroni, ma ardita ed elegante nel rimanente, palesa un'architettura più moderna e probabilmente fu innalzata nel XIV secolo.

Due iscrizioni ornamentali, contornanti le belle teste leonine dei battenti di bronzo dell'antico portale, conservantisi nell'archivio capitolare, ci forniscono interessanti ed esaurienti notizie sull'origine del Duomo di Oristano. Queste due iscrizioni: a) ad honorem dei et beate marie et ivdicis mariani placentinus nos fecit eT copertvram mccxxviii. b) archiepiscopus trogotorevs nos fecit et copertvra in ecclesie, confermano quanto già espose il Fara nell'opera sua, e cioè che il tempio