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mata pervenne sino a noi colla stessa destinazione, la Cattedrale di Cagliari e le case di S. Maria di Pisa, in cui era l'amministrazione delle ricche proprietà che l'Opera avea in Sardegna.

«La piazza era traversata. scrive il Solmi in Cagliari Pisana. dalle vie che segnavano la lunghezza del Castello. e principalmente da quelle che dai nomi delle diverse professioni, dominanti nella vita urbana di Cagliari e distribuite secondo l'uso medioevale per distinte strade da esse denominate, prendevano nome di ruga mercatorum, ruga marinariorum, ruga fabrorum, e non sarebbe difficile trovare per esse la corrispondenza con le attuali Vie La Marmora. Canelles Martini. Ad un lato di queste vie principali erano la raga elefantis, e la ruga communalis, forse in corrispondenza colle attuali vie di S. Giuseppe se Genovesi. E queste strade, sul principio del secolo XIV erano organizzate in società armate per la difesa del Castello, sicchè un documento anch'esso inedito del 1307 ci presenta gli anziani di Cagliari con sette capitanei societatum rugarum, corrispondenti all'ordinamento armato delle contrade negli altri comuni italiani.

Quelle lunghe strade erano poi incrociate da una serie di vici, che prendevano nome di traverse. La traversa per cui dalla piazza si discende alla via pubblica prendeva nome di classum communale e a le altre prendevano nome dalle ricche famiglie mercantili, che vi avevano in angolo le loro dimore. I testi ricordano le due traverse dei Buonconti e dei Gambacorta, due grosse società mercantili che avevano case a Pisa. a Tunisi e in Siria e che tenevano una ricca sede in Cagliari. I documenti dicono che quelle case erano disposte a più piani, con corridoi esporgenti a mensole solariate et ballatoriate. secondo il sistema pisano ed avevano al pianterreno vastissime apothece. che servivano di magazzino per le merci e di riunione fra i soci.

Fra le due traverse dei Buonconti e dei Gambacorta sulla principale ruga mercatorum era la loggia dei mercanti dove si discutevano gli alti interessi del traffico dove si tenevano le armi1».


Sono indubbiamente pisane le tre porte turrite nelle quali si con servano ritmiche iscrizioni e stemmi di antiche famiglie pisane.

  1. A. Solmi, Cagliari Pisana, pag. 23-24.