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mostri dalle strane forme. Dalla fascia ornata dipartonsi due colonnine che coi capitelli raggiungono la cornice di scomparto a meandri e ad intrecci. Un'ornamentazione di foglie di quercia contorna l'arcata, terminando in alto in un nodo squisitamente scolpito. Non si può davvero immaginare motivo più geniale e più elegante. A lato del portale sono due piccole figure di santi poggianti su mensoline. Nel frontone trionfa il rosone, ora murato, che è certo uno dei più belli e dei più completi.

La facciata di S. Maria di Tiesi dimostra quali effetti possonsi raggiungere con limitati mezzi, quando alla costruzione concorrano quei che debbono essere requisiti principali di un architetto: senti- mento d'arte e gusto nelle lince architettoniche e decorative.

Ignorasi quando e da chi venne disegnato questo prospetto: le linee romaniche predominanti potrebbero farlo assegnare al XIII secolo, ma certe forme speciali, di cui l'architettura romanica, quando fu esente da ogni influenza toscana, si valse in Sardegna, la fanno ritenere di due o tre secoli posteriore.

La stessa struttura architettonica si riscontra nella facciata della Chiesa di S. Pantaleo in Martis, in cui domina il portale romanico ed il rosone con intrecci di archi di cerchio e con ricca sagomatura, ravvivata dall'alternatività di cunei calcarei bianchi e di cunei trachitici scuri. Nel frontone si rincorrono, seguendo le due falde, gli archetti pensili poggianti su mensoline.

Fra questa facciata e quella di S. Maria di Tiesi sono molte affinità stilistiche, ma, mentre in questa le belle proporzioni, l'armonica fusione