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6 STORIA DELL'ARTE IN SARDEGNA

tili valli s'impongono per un'arte schiettamente originale e sincera, senza quelle aggiunte che in altre regioni più ricche deturparono le più belle manifestazioni d'arte medioevale.

Certe forme arcaiche dell'architettura romanico pisana, che nella stessa Pisa, la nostra madre in arte, vennero nel XIII secolo coperte o distrutte per dar luogo alle ricche strutture a gallerie, si mantennero integre nel nostro suolo, in un ambiente primitive che ne forma degna e suggestiva cornice.

Avanzi di un fortunoso periodo, esse non valgono solamente alla conoscenza del passato, ma s'intrecciano e s'innestano alla parte più bella e più nobile della vita italiana, tramandandoci, attraverso ottocento anni di signoria straniera, l'anima italiana con l'arte, che da Roma trasse le forme più vitali e dalla Toscana la leggiadria e l'incantesimo.

Questi monumenti, ai quali artefici medioevali impressero forme classicamente vaghe, ci sono oltremodo cari, perchè furono i legami che avvinsero alla madre patria la nostra isola, sulla quale imperverso la barbarie feudale, sorretta dalla tracotanza del dominio d'Aragona. Essi parlano del loro passato e narrano, a chi ne sente la solenne eloquenza, le vicende di tre secoli.

Le armi scolpite nelle mura di Cagliari e nelle sue belle torri ci narrano la potenza dell'ardita repubblica di mercanti, l'arte di Capula architetto, il calore e la temerità dei Capraia, la virtù degli Scacceri.

Mai come allora l'isola nostra fu avvinta al pensiero ad alla vita italiana: l'aquila dei Donoratico in molte chiese del Sulcis rievoca la fosca tragedia: il giudice Nino di Gallura detta al poeta il bel canto dell'amicizia: Lapo Saltarelli, il dissoluto messer di Firenze, al quale Dante succedette nel priorato, dopo avventurosa vita, termina i suoi giorni nel chiostro di S. Francesco di Cagliari, Fra Comita, Michele Zanche, Corrado Malaspina, tutta una coorte di personaggi danteschi, trassero dalle lolle isolane la forza che die loro eterna vita.

Le vecchie mura del Castello di Cagliari, il formidabile baluardo ghibellino innalzato dalla potestà di Pisa, le pietre di cento manieri, che