Pagina:Storia della Lega Lombarda.djvu/219

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libro terzo 213

Federigo Duca di Svevia il figlio del Re di Boemia, ed altri riputati capitani le conducevano. Fecero massa alle sponde del Lambro, donde Federigo le mosse a’ danni di Milano il dì ultimo di Maggio. Egli non voleva venire a fatti di mano, perchè aveva saggiato a Carcano le spade Lombarde; voleva bensì bloccar la città, disertarla intorno, angustiarla per fame, e così trarla a dedizione. A questa maniera di guerra erano cima d’uomini i Tedeschi, che a guastare a divorare un paese, un popolo, sembrano tutti fusi d’un getto. Li scapestrò Federigo; e tutte le terre, fino alle chiese d’Ognissanti, di S. Calimero, di S. Barnaba e di S. Dionisio divennero un deserto; e poi turbinando attorno a Milano verso le porte Vercellina, Comasca e Ticinese, inabbissarono tutta la campagna.

1161 Questo bestiale soqquadro, e la gelosia, con cui erano guardate le vie alle vettovaglie, produsse tosto nella città i bramati effetti: incominciò a crescere il caro del vivere. Al che provvide il consiglio del Comune, deputando dieciotto cittadini scelti dalle varie Porte al governo dell’annona. Fra i deputati fu il cronista Sir Raul; il quale afferma, che la provvidenza tornò in danno della città; ma non ne arreca la ragione, che vedremo appresso1. A non istarsene poi guardando e non altro, ad ora ad ora si mandavano fuori milizie a dar su le mani a que’ ladroni, le quali con varia fortuna si affrontavano col nemico. Nel giorno anniversario della battaglia di Carcano e qualche dì appresso furono due accalorate fazioni; nella prima delle quali Federigo precipitato di cavallo, ove non l’avessero tosto rimesso in arcione, colla sua morte avrebbe arrecato un gran benefizio all’Italia2.

  1. ...quorum unus Ego fui qui caeteris praessent, ut eorum arbitrio annona et vinum et merces venderentur, et pecunia mutuo daretur: quod in perniciem civitatis versum est... p. 1186.
  2. Trist. Calch. p. 251.