Pagina:Storia della Lega Lombarda.djvu/225

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libro terzo 219

duta di un forte e libero popolo faccia paura. Federigo che sapeva di quello ingegno, senza punto riscuotersi, tranquillamente raccolse il lembo del vessillo, che pendeva dalla grande antenna, come a dinotare che accogliesse la resa, e ad un suo cenno la fece tornare in piedi. Allora il popolo e la milizia di Milano si mise colla fronte per terra, dando in pianti e lamenti, e non altro chiedendo che misericordia. E quetato il compianto, si levò in piedi uno de’ Consoli ad orare con parole assai pietose a pro del suo popolo, ed a piegare l’animo di Federigo a meno crudi consigli verso di lui. La qual diceria seguita dal ricadere che fecero i Milanesi bocconi per terra, dal loro singhiozzare e dal profferir che facevano delle croci, che recavano addosso, cavò le lagrime a quanti l’udirono. Solo Federigo pareva che non avesse orecchio ad udire, cuore a sentire: la sua faccia era cruda.1 Allora quel Guido Conte di Biandrate, che vedemmo condur le cose di Milano ai tempi del primo assedio, avvegnachè rinnegato avesse la comune patria, seguitando il Tedesco,2 pure a vedere tanta umiliazione de’ Milanesi cadere infruttuosa ai piedi della tedesca superbia, si risentì Italiano, e dato di piglio ad una croce, levatala in alto, si mise a capo di que’ preganti, e prostratosi anche egli per terra disse e lagrimò per loro. Rispose l’universale compianto; ma Federigo non pianse: la sua faccia era dura quasi pietra, come dice Burcardo3: imperocchè dentro del cuore covava il finale esterminio dell’abborrita Milano, e con questo il servaggio di tutta quanta l’Italia. Ma quelle lagrime, quelle croci, e quella dignità nostra così brutalmente conculcata dallo straniero oh! che crollo daranno un giorno alla bilancia di Dio! Finalmente uscirono dalle imperiali labbra i consueti responsi: Udito il consiglio, userebbe clemenza a tempo opportuno.4


  1. ....Sed Imperatoris facies non est immutata. Burchar. Epi.
  2. Id. ib.
  3. Sed solus Imperator faciem suam firmavit ut petram. Id.
  4. Opportuno tempore misericordiam se facturum, ex consilio, promisit.