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libro terzo 235

curarono l’esequie. Questo Antipapa fu uomo di superbi e crudeli costumi, come afferma Pietro Blesense, che lo poteva sapere. Eppure Acerbo Morena nella sua storia lodigiana reca la fama corsa di molti miracoli avvenuti mercè i meriti di Vittore. Morì povero, perchè vissuto di rapine. Le sacre suppellettili, ed alcuni cavalli, fu tutto quel che lasciasse. Federigo, che gli aveva fatte le spese assai sottili, anche di questa roba s’impadronì1.

Come costui riseppe di questa morte, stette alquanto in ponte sul da farsi, e con lui i due superstiti Cardinali scismatici Giovanni di S. Martino, e Guido da Crema. Questi temevano sommettersi ad Alessandro; non avevano più fiducia nella scisma. Tuttavolta vinse l’ambizione di Guido, che fu gridato Papa col nome di Pasquale III dai pochi scismatici accorsi di Germania, e ragranellati nell’Italia. Federigo accorse anche egli a puntellare il seggio del nuovo Antipapa. Giurò volerlo sostenere a petto di Alessandro, e trascinò molti in quel giuramento2.

Questa bestiale protervia nel prolungare la lagrimevole divisione nella Chiesa di Dio, dietro la quale pensavasi potere impunemente divorare la misera Italia, era un pestilenziale morbo, che si travasava in tutti i suoi ministri che governavano il bel paese. Questi affondavano ogni dì più l’artiglio nella preda. Il Vescovo di Liegi Podestà dei Milanesi, che li reggeva per vicarî, passò di questa vita in Pavia. Federigo gli dette un pessimo successore nella podesteria, Marquardo di Crumbach. Costui era proprio l’uomo del suo cuore. Sfrenato più degli altri nella scellerata avarizia, maestro nel trovar modi onde saziarla, se pure sia questa una sete che si acqueti in un Tedesco. Si dette a vedere al popolo in Noceto; ed il popolo per renderselo

  1. Card. Arag. Vita Alex. III. p. 455. = Vedi l’Epistola scritta a S. Tommaso di Cantorbery intorno alla morte dell’Antipapa, appresso il Baronio. an. 1164. XXIX.
  2. Card Arag. ib.