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254 della lega lombarda

vella Crociata. Venne anche ai fatti. Quando Federigo distrusse Milano, e si mise sotto la Lombardia, temendo, che conquistata l’Italia, non lo venisse a turbare in casa, come avevano fatto i Principi Normanni, seminò danaio e male voci contro di lui per le città italiane, ad accrescere la loro scontentezza. Per tutta la spiaggia dell’Adriatico andavano susurrando i suoi emissari, che si riunivano ad Ancona1.

Crescevano i pericoli di Alessandro, cresceva lo zelo di Emmanuele di vedere unite le Chiese, e con quello la speranza di addivenire Imperadore Romano. Spedì certo Giordano Sebaste del suo Impero a Roma con ricchi presenti al Pontefice. Prometteva costui la riunione delle due Chiese; chiedeva fosse restituita la corona del R. Impero agli Augusti Greci: e per questo benefizio affermava, sarebbe venuto da Costantinopoli nelle papali arche tale un tesoro, da poter tutta liberare l’Italia. Conosceva Alessandro, quelle essere greche promesse; ma da uomo espertissimo che era de’ civili negozi, poteva di quella profferta far capitale contro Federigo; poteva almeno dar buone parole intorno alla inchiesta della Romana corona, per trarre il Comneno in aperta guerra col Tedesco, e così sviare la tempesta, che lo minacciava. Ma Alessandro amò piuttosto rimanere solo nel pericolo, che contaminare la patria con altri forestieri. Sapeva, e toccava con mano i pestilenziali effetti di quel chiamare stranieri potentati in aiuto, ed incoronarli. Rigettò la inchiesta e le promesse: solo curò, perchè Papa, il negozio della riunione delle Chiese; per cui spedì Legati a Costantinopoli il Vescovo di Ostia, ed il Cardinale di S. Giovanni e Paolo2.

Mentre queste pratiche erano aperte tra il Greco ed il Papa, Federigo che le sapeva e ne aveva concepito timore,

  1. Joann. Cinnami Histo: lib. V. Hist. Byzant. Script. T. XI.
  2. Joannis Cinnami Historiar. lib. V c. IV. Histo: Byz. Scrip. T. XI. — Card. Arag. Vita Alex. III p. 438.