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libro primo | 71 |
scenza del passato. Imperocchè il popolo aveva preso la balia delle città tale quale era in mano dei grandi feudatari. Questi erano addivenuti presso che indipendenti; ed il mandar qualche quantità di danaio all’Imperadore, e qualche nodo di soldati, era tutto l’ossequio che prestavano al Principe. Così anche i Comuni.
Sotto Arrigo IV le città di Lombardia, come Milano Parma, Asti, Cremona, Lodi, si francarono: e poichè con quel Re non morirono le ragioni di discordia tra Roma e Germania, durò mirabilmente l’opportunità di francarsi anche per le altre città. Su la Toscana, morta la Contessa Matilde, disputò Arrigo V col Papa; entrambi volevano quella fiorentissima regione; questi per la donazione che diceva avergliene fatta la Contessa; quegli, perchè era Imperadore. Toscana non fu di alcuno; imitò le città Lombarde: Firenze, Siena, Pistoia, Arezzo si ressero a comune, e ciascuna di queste cercò soggettarsi le città minori. In guisa che dalle Alpi all’Appennino fu un subito levarsi di repubbliche gelosissime di libertà. Ma la ebbrezza che questa mette negli animi di coloro che la conseguitano, è il più terribile nemico, che le minaccia nel nascere. Il francarsi dal Tedesco era molto, ma era mestieri di una grande temperanza a contenere l’ambizione comunale, e provvidenza a munir la esistenza delle giovani repubbliche. Fino a che le grandi città colla forza o coll’amore si adoperarono a conquistare i proprî contadi disgiunti per le tedesche leggi feudali, bene fecero; male, quando trascorrendo i confini del territorio, non a rivendicare il proprio, ma ad invadere l’altrui, guerreggiarono le altre città. L’ambizione delle più grandi città ingelosì le minori, e tutta quella virtù, di che è fecondissima madre la libertà, miseramente profusero in ingloriose gare cittadine. Alle fraterne ire era pessimo appicco il parteggiar per l’Impero o per la Chiesa, e quei signori feudali, i quali, sebbene domi dalla forza, nelle rurali castella sospiravano a’ beatissimi tempi della feudalità. Questi minacciavano sempre i Comuni, e per infiac-