Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/248

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sue cucine; voi troverete che a motivo di tante spese da lui fatte egli non può dare che pochi talleri allo stesso Quintiliano per l’annuale istruzione di suo figlio, e che nulla gli costa meno dell’educazione del medesimo. Iuvece che i figli delle primarie famiglie, così si lagna Tacito, o l’Antore del Discorso sul decadimento della Romana Èloquenza, siano come nei tempi della libertà, ove erano partoriti da caste madri, educati in grembo alle lor Genitrici o sotto l’ispezione di una vecchia parente della lor casa, essi vengono presentemente affidati alla cura dì una Greca fantesca, alla quale si dà per compagno l’ano, o l’altro dei più vili schiavi, che impiegar non possonsi in altro modo. Mediante la superstizione, e la leggierezza di tai custodi i teneri spiriti dei bambini rimangono di buon’ora traviati, e corrotti. Ninno in tutta la casa fa attenzione a quel che dice, o fa in presenza del giovine Padrone. Gli stessi Genitori non assuefanno i proprj figli alla modestia, ed all’ordine, ma piuttosto alla stravaganza, ed alla rilassatezza, e così finalmente s’insinua in loro una sfacciata disistima di se stessi, e degli altri. A ciò si aggiungono i vizj particolari della nostra Città, e vale a dire un eccessivo entusiasmo pel Teatro, e pei Comici, e la passione dei Gladiatori, e Cavalli. Quando lo spirito, è una volta preoccupato da tali inezie, qual luogo, e tempo vi rimane per le più serie cognizioni, ed occupazioni? Di che altro parla la Gioventù nelle proprie case, e