Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/171

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comprò per cento talenti, vale a dire per cento mila scudi incirca. Questo esimio Artista dipinse altresì egregiamente Castore, e Polluce, il Clito, l’Alessandro, e Diana colle sue Ninfe, rispetto a cui Plinio così si esprime. «Quibus vicisse Homeri versus videtur idipsum describentis.

Rapporto ai due famosi Scultori Mirone, e Lisippo, si citano del primo come sorprendenti la Statua di Bacco posta sul monte Elicona, quella di Eretea esistente in Atene, e in special modo la celebre Vacca di bronzo, la quale ha dato luogo a tanti graziosi Epigrammi, che si leggono nell’Antologia Greca. Il secondo si rese celebre al maggior segno per la sua famosa Quadriga del Sole, e per molte statue di Alessandro Magno trasportate in Roma da Metello, tra le quali quella, che Nerone fece indorare, era la più insigne. Plinio dice che egli formò 610. pezzi di scultura, e tutti così perfetti che ognun dei medesimi avrebbe reso immortale colui, che ne fosse stato l’autore. Mirone viveva nell’84. Olimpiade, ed era contemporaneo del divino Fidia (la cui bellissima statua di Minerva venne tanto lodata dagli antichi Scrittori, e il cui sorprendente Giove Olimpico meritò di esser considerato come una delle sette Meraviglie del Mondo,); e Lisippo al