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Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/41

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vita corrispondesse alle lor dottrine. I più, come dice Luciano, non avevano che l’esteriore, o la superficie dell’uomo colorita dalla filosofia; l’interno al contrario ne era deformato da tutti i vizj della Plebe, e dei Grandi, dalla più vergognosa bassezza nell’adulare, e nel soffrire l’altrui arroganza non che da un’insaziabile avarizia, voluttà, e crapula.1. Molti di costoro erano schiavi fuggiti dai proprj Padroni, o corrotti artigiani2, e per conseguenza altrettanto rozzi, e ignoranti quanto vili, e pieni di vizj. Tali indegni pertanto o chiedevano, in cinico mantello da mendicanti, e con cinica sfacciataggine, copiose limosine ai primarj Romani, ad oggetto di arricchirsi, o s’introducevano come ospiti, e parasiti nelle stanze, e alle mense dei Grandi ove mangiavano, s’ubriacavano, e quindi rapivano gli avanzi della tavola con maggior ingordigia, sfacciataggine, ed avidità di quello che si operasse da tutti gli altri scrocconi3. I Filosofi, i Retori, ed i Grammatici erano quelli che principalmente insegnavano, ed esercitavano co-

  1. I. 64. 369. 603. 605. 750. III. 371. — 75. 430. 440. 443. 475.
  2. II. 798.
  3. II. cc. e soprattutto I. 64. 603. — 5. 750. III. 475.