Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/66

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tichi artefici venner comprate ad un prezzo il più esorbitante, e venderonsi a peso più dell’oro medesimo, allora decaddero, e si estinsero immediatamente tutte le bell’arti per la ragione che le loro illegittime ma vincitrici sorelle, e vale a dire la voluttà, la crapula, la mollezza e l’arte teatrale le privarono di tutti i maestri, e scolari capaci, e degni di coltivarle; mentre ognuno come cuoco, libertino, corteggiano, comico, castrato, lettore, ed usciere poteva molto prima conseguir la propria fortuna, ed acquistarsi immense ricchezze, autorità, ed onori di quello che se stato fosse in grado di formare de’ capi d’opera simili a quelli di Mirone, di Lisippo, e d’Apelle4. Tra le belle arti la prima a decadere fù quella che venne assai più tardi dell’altre perfezionata, voglio dire la pittura. Plinio fa menzione della medesima come di un’arte già perduta, e della qnale non si possano citar che gli avanzi per esser ella dapprima stata avvilita, ed espulsa dall’abuso, e dalla barbarica pompa dei marmi, e dell’oro, e quindi distrutta affatto dalla pigrizia, e dalla corruttela dei tempi.1

  1. L. 35. 1. Primumque dieemus, quae restant de pictura arte quondam nobili, tunc cum expeteretur a regibus, populisque, et illos nobilitante, quos esset di-