Pagina:Storia della geografia (Luigi Hugues) - 2.djvu/116

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Questi fiumi sono larghi per mezzo miglio, altri per dugento passi, e sono molto profondi... E quando i detti fiumi si partono dalla città, si ragunano insieme e fanno un grandissimo fiume che viene detto Quian, quale scorre per cento giornate sino al Mare Oceano»1. Il fiume di cui è parola, non è il Kincia-Kiang o Jang-tse-Kiang, bensì il Min, che scorre da settentrione a mezzodì, e, quantunque semplice affluente del gigantesco fiume della Cina centrale, venne per grandissimo tempo considerato come la principale arteria fluviale di quel grande bacino; del che debbesi ricercare la ragione nella comunanza di civiltà tra gli abitanti della valle del Min e quelli dello Jang-tse-Kiang inferiore, di guisa che il gran fiume, proveniente dalle alpestri regioni del Tibet orientale popolate da famiglie selvaggie e temute, pareva ai Cinesi che provenisse da una specie di mondo a parte, e il Kiang «Fiume per eccellenza» dovesse scorrere tutto quanto nel dominio di paesi civilizzati. Nelle antiche carte si vede difatti soppresso tutto il corso superiore del Kincia-Kiang, mentre l’Hoang-ho è tracciato in maniera da apparire molto più importante del suo fiume gemello. Del resto la descrizione di Marco Polo è precisamente conforme al vero, giacchè la pianura nel cui centro è la città di Tscingtu, a mezza distanza dalla riva sinistra del Min alla destra del To-kiang, altro affluente considerabile dello Jangtse, è irrigata da numerosi fiumi, i principali dei quali, riunendosi in un solo letto, tributano al Min, ed anzi a questi fiumi e ai canali che ne derivano essa pianura deve in gran parte la sua fertilità prodigiosa.

La somma importanza dello Jangtse nel commercio interno della Cina è resa manifesta nel capitolo LXIII, in cui si legge: «Il fiume nominato Quian è il maggior fiume che sia in tutto il mondo: la sua larghezza è, in alcuni luoghi, di dieci miglia, in altri otto e sei. E per lunghezza fin dove mette capo al mare Oceano sono da cento e più giornate. In detto fiume entrano infiniti altri fiumi che scorrono da altre regioni, tutti

  1. Cap. XXXVII e LXIII del Testo Ramusiano (Libro 2°).