Pagina:Storia della geografia (Luigi Hugues) - 2.djvu/123

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veneziano col nome di Tebet, non è già la regione elevatissima che si estende al Nord dell’Himalaia e al Sud del Kuenluen, ma bensì il paese montagnoso dei Lolo, il quale, incominciando al Sud di Ja-tsciau, si estende, per quattro gradi di latitudine lungo il lembo più esterno del sollevamento tibetano, formando una zona che rende impossibile, per la natura feroce e selvaggia de’ suoi abitanti, qualunque comunicazione tra i paesi orientali ed occidentali. Ai Lolo conviene perfettamente ciò che Marco Polo dice degli abitanti del Tebet. Essi vivono di mais e di orzo, come anche di cacciagione. La loro lingua è affatto diversa sia dalla cinese, come da quelle delle altre tribù. Gli uomini si vestono di pelli di animali, le donne di rozzi abiti di cotone. Non conoscono metalli nobili, ma danno grandissimo valore al sale, ed anzi a far bottino di questa preziosa derrata sono dirette le loro frequenti razzie contro i villaggi dei Cinesi. Tutte queste particolarità convengono ai Lolo, ma punto ai Man-tse e ai Tibetani. E giusta è pure la denominazione di Tebet che il Polo dà a quel paese selvaggio ed inospitale, giacchè, in quei tempi il limite tra la Cina e il Tibet passava a poche miglia da Ja-tsciau nella direzione di occidente1.

Marco Polo fu il primo che facesse conoscere agli Europei le isole del Giappone, e questa notizia di terre situate molto lungi nell’oriente ebbe un’influenza grandissima sulle imprese marittime del secolo decimoquinto, «Zipangu, egli dice, è una isola in Oriente, situata alla distanza di millecinquecento miglia dalla terra e dai lidi di Mangi». Il nome Zipangu corrisponde al cinese Sci-pen-Kue, che significa Paese del Sole Levante. Dopo avere discorso delle grandi ricchezze naturali del Giappone, specialmente in oro ed in perle preziose, e del tentativo fatto nell’anno 1264 da Kublai per conquistarlo. Marco Polo viene a trattare del Mare Cin, cioè del mare che è contro Mangi, poichè nella lingua degli isolani del Giappone Mangi si chiama

  1. Richthofen, Das Land und die Stadt «Caindu» von Marco Polo nelle Verhandlungen della Società geografica di Berlino, 1874, pag. 33 e seg.