Pagina:Storia della geografia (Luigi Hugues) - 2.djvu/162

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«Duae sunt Aethiopiae, una circa solis ortum, altera circa occasum in Mauretania. Extra tres autem partes orbis quarta pars trans oceanum interior est in meridie quae solis ardore nobis incognita, in cuius finibus Antipodes fabulose inhabitare produntur»1. Realmente il viaggiatore inglese divide l’Etiopia in orientale e meridionale, ma certamente questa divisione si appoggia sopra un malinteso, giacchè in tutti gli altri autori che trattano della Etiopia si parla sempre di una Etiopia orientale e di una Etiopia occidentale. Così, ad es., in Plinio, in Onorio di Autun, in Vincenzo di Beauvais.

Nella Etiopia scorre un fiume, le cui acque sono molto calde nella notte, molto fredde di giorno. Pressochè tutti gli scrittori pongono questo fiume nel paese dei Garamanti: così, ad es. Solino, il quale dice: «Garamanticum oppidum est Debris fonte miro; qui denique alternis vicibus die frigeat, nocte ferveat, ac per eadem venarum commercia, interdum ignito vapore aestuet, interdum glaciali horrore algescat»2.

Come nelle lontane e sconosciute terre dell’Etiopia gli antichi scrittori ponevano volentieri la dimora di esseri favolosi, così pure il Mandeville, che, a proposito degli abitanti di quella terza parte del Mondo antico, parla degli uomini da una sola gamba, e tuttavia velocissimi al salto, i quali uomini erano detti Sciapodi, perchè, quando è maggiore il caldo del Sole, essi stanno in terra supini, e con l’ombra de’ piedi si proteggono da’ raggi solari3. Nella Etiopia i fanciulli sono di colore bianco, ma diventano neri invecchiando: lo stesso si trova negli antichi autori, ma concordemente applicato a certe tribù della regione indiana. Solino, tra essi, dice: «Apud Ctesiam legitur... esse rursum gentem alteram, quae in inventa sit cana, nigrescat in senectute»4.

Nella stessa parte del mondo trovasi il paese di Saba, già

  1. Isid., Etym., lib. V, 16, 17.
  2. Solin., cap. XXIX, 1.
  3. Cfr. Plin., Hist nat., VII, 2.
  4. Solin., cap. LII, 28.