Pagina:Storia della geografia (Luigi Hugues) - 2.djvu/245

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verde; le quarte di vento col color rosso; precauzione utilissima, perchè aiutava l’occhio a ritrovare ed a proseguire la via a tenersi in mezzo all’intrecciamento delle direzioni. L’insieme dei 32 venti o rombi forma come una stretta rete, sulle cui maglie si scrivono i nomi dei luoghi, dei porti, delle isole, delle secche, e simili, in modo che corrispondano alla loro naturale posizione e direzione, secondo che insegnano la bussola e l’esperienza nautica.

Diversi dalle carte nautiche sono i portolani, cioè i manoscritti libri che non hanno disegni, ma contengono soltanto una descrizione graduata di coste e le distanze da porti a porti, da capi a capi, i migliori luoghi di ancoraggio, gli scogli e le secche, le profondità marine, il flusso e riflusso, e in generale tutte quelle cose che si possono meglio rappresentare collo scritto che non col disegno. Dei portolani italiani, i più antichi sono quelli di Marin Sanudo (almeno per una parte), dell’Uzzano (1440), del Benincasa, del Loredano, del Verzi: è noto, tra i portolani a stampa, quello, così detto, del Cadamosto1.

Mi limiterò, in queste ultime pagine, ad alcuni pochi cenni intorno alle principali carte nautiche, nella costruzione delle quali primeggiano gli Italiani, specialmente Veneziani e Genovesi.

La più antica delle carte colla data scritta è quella composta nell’anno 1311 dal genovese Pietro Vesconti. Alquanto più antiche paiono essere quelle che accompagnano il Codice Vaticano dei Secreta fidelium crucis di Marino Sanudo: la loro data oscilla tra il 1306 e il 1321. Tra queste carte è specialmente importante quella del Mediterraneo in nove fogli e carte speciali, le quali rappresentano rispettivamente il Mar Nero; — l’Arcipelago settentrionale; — il Peloponneso, e la parte meridionale dell’Arcipelago sino alle coste africane della Marmarica e di Barqah, dal golfo degli Arabi a quello della Grande Sirte; — la parte orientale del Mediterraneo (carte 5ª e 6ª); — e quella settentrionale del Mediterraneo centrale ed occidentale; — la parte meridionale del Mediterraneo dal golfo della Grande

  1. De Simoni, Op. cit., pag. 14.