Pagina:Storia della geografia (Luigi Hugues) - 2.djvu/249

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presso la quale sì delinea la figura di San Brandano in atto di muovere verso di essa colle braccia distese.

Ad occidente del Capo San Vincenzo si vede l’insula de Brazie, e, nelle vicinanze di questa, è scritto Occeanus magnio. Poco più al nord, in linea del capo Finisterre, si legge: Mare finis terrae occidentalis. In due altri luoghi si ripete il nome di Brazie o Brazil, cioè a S. O. dell’Irlanda e a N. O. dell’Inghilterra.

Un vasto lago di forma ellittica si estende, nell’Africa, al nord dei Monti della Luna, e vicino ad esso sta scritto: «Iste lacus exit de mons lune et transit per deserta arenosa». Quattro rami fluviali, tra cui sono le parole fons Nilidis, sorgono dalle montagne della Luna e si versano nell’anzidetto lago, il quale dà origine, verso oriente, al Nilo, e, verso occidente, al fiume Palolus, affluente dell’Atlantico, e rinchiudente, a metà del suo corso un’isola, della quale è detto: «Insula Paiola hic coligitur auro». Secondo lo Zurla 1 il nome Palolus deriva dalla voce Pajola, colla quale, in quei tempi, si soleva denotare l’oro. È pure accennato, nella carta, il Nilo orientale (Fiume Azzurro) il quale esce da un lago detto Lacus abaxie (Lago Tana nell’Abissinìa). Molti nomi di luoghi, alcuni dei quali si riconoscono nei nomi moderni, si succedono lungo le rive, tanto del ramo occidentale, quanto del ramo orientale del gran fiume d’Egitto.

Di altre carte dei Pizigani si hanno indizi, tra cui un piccolo atlante di cinque carte, appartenente alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, nella prima delle quali, che rappresenta il Mar Nero, si legge: «MCCCLXXIII a die VIIII di zugno, Francesco pizigany veniziano in veniexia me fecit».

Già si è detto che, secondo quanto è affermato da Raimondo Lullo, i Catalani si servivano, prima del finire del duecento, di vari strumenti nautici e di carte navigatorie2. Per gli uni e per le altre le denominazioni erano italiane, ed italiani

  1. Zurla, Dissertazioni,. Vol. 2, pag. 321.
  2. V. pag. 237.