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120 Storia della Letteratura Italiana.

ligentemente raccolti. Ma i soli titoli appunto ce ne sono rimasti, e alcuni pochi frammenti, che sono stati inseriti nella Raccolta degli antichi Poeti stampata in Ginevra l’anno 1611, poscia pubblicati di nuovo, e diligentemente illustrati dal Vossio. Le quali due edizioni sono comuni a tutti gli antichi Poeti, di cui solo ci son rimasti frammenti; e basti perciò l’averle qui rammentate, per non doverle accennare di nuovo, quando degli altri ragioneremo. Fu egli ancor destinato, come abbiamo dallo Storico Livio, a comporre un Inno, che l’anno di Roma 546 doveasi da ventisette Verginelle a placare lo sdegno degl’Iddii solennemente cantare. Inoltre l’Odissea di Omero tradusse egli in versi latini Jambici, di cui qualche picciol frammento abbiam avuto da Gellio. Cicerone delle Poesie di Livio ha portato poco favorevol giudizio; e certo i frammenti, che ce ne sono rimasti, non ce ne danno una troppo vantaggiosa idea. L’Odissea latina paragonata viene da Cicerone17 a una di quelle antiche statue, che a Dedalo venivano attribuite, le quali altro pregio non aveano finalmente che quello del loro creduto Autore; e de’ teatrali componimenti dice, che degni non erano di esser letti due volte. Ma ciò non ostante deesi ad Andronico gran lode come a primo inventor tra’ Latini di quel genere di Poesia, che poscia più facilmente da altri fu a maggior perfezione condotto. Orazio ancora ci attesta, che il severo suo Maestro Orbilio dettavagli i versi di questo Poeta, i quali, benché confessi esser rozzi ed incolti, non vuole però, che si sprezzino, e gettinsi come indegni d’esser conservati.

Non equidem insector, delendaque carmina Livi
Esse reor, memini plagosum quæ mihi parvo
Orbilium dictare; sed emendata videri,
Pulcraque, & exactis minimum distantia, miror

V. Benché a questi tempi non vi avesse in Roma alcuni di que’ Precettori, che detti furon Gramatici, come poscia vedremo, Livio cominciò nondimeno a dare un saggio, per così dire, di quest’arte. Perciocché di lui e di Ennio dice Svetonio, che