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Parte III. Libro II. 139

ha formato di Plauto e di Terenzio, con cui porrò fine alla serie finor tessuta de’ Latini Poeti di questa età. Plauto, dic’egli1 , è ingegnoso ne’ suoi disegni, felice nelle sue immaginazioni, fertile nell’invenzione; non lascia, è vero, di aver facezie, al parere di Orazio, grossolane e vili; e i suoi motti movevan talvolta alle risa il popolo, gli uomini colti a compassione; molti ne ha eleganti e graziosi, ma molti sciocchi ancora... non è così regolare nell’ordine delle sue Commedie, né nella distribuzion degli atti, come Terenzio; ma è più semplice ne’ suggetti, perciocché le Azioni di Terenzio sono ordinariamente composte, come si vede nell’Andria, che contiene doppio amore. E rimproveravasi appunto a Terenzio, che per più animare il Teatro di due Commedie Greche una ne componesse Latina. Ma gli scioglimenti di Terenzio sono più naturali di que’ di Plauto; come altresì que’ di Plauto più di que’ d’Aristofane. Benché Cesare appelli Terenzio un diminutivo di Menandro (dovea dire piuttosto un dimezzato Menandro), poiché ne ha la dolcezza e la dilicatezza, ma non ne ha la forza e il vigore, egli ha nondimeno scritto con uno stile così naturale e giusto, che di copia, che egli era, è divenuto originale; perciocché niun autore vi è stato, che un fino gusto della natura abbia avuto al par di Terenzio. Così egli, il cui testimonio ho qui volentieri addotto, come di uomo, che per sentimento dell’Ab. Goujet102 , che da niuno, io spero, crederassi pregiudicato, meglio forse di ogn’altro moderno ha trattato ciò, che all’Arte Poetica appartiene. Si può ancora vedere ciò, che di questi due Poeti e del loro diverso carattere dice lo stesso Abate Goujet103 .

XXVI. Così fra’ Romani si venne perfezionando la Latina lingua non meno che la Poesia nel sesto secol di Roma, e sul principio del settimo fino alla terza guerra Cartaginese, ch’ebbe cominciamento l’anno 604, e finì l’anno 607. E certo le Commedie di Plauto e di Terenzio ci fan conoscere, qual felice progresso facessero i Romani ne’ teatrali componimenti. Convien però confessare, che questi non uguagliaron giammai nelle Commedie il valore de’ Greci. Noi, dice Gellio104 , leggiam le Com-

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^fi. Xì) Ih, T. IV. p. ^Jo.&jm,

(2) Biblioth. Frane T. ili. p. 111. (4) Lib. II. e. XXILL Digitized by Google

  1. Reflex. Tur la Poetique n