Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/181

Da Wikisource.
142 Storia della Letteratura Italiana.

i principj della lingua si insegnassero. Svetonio al contrario intende, come appresso vedremo, una scuola, in cui i libri degli antichi Autori e si sponessero, e si chiamassero ad esame, e dissertazioni e trattati si facessero ad altrui giovamento. Erano in fatti questi esercizj proprj di coloro, che in Roma si appellavan Gramatici. Quindi è, che a ragione il Valchio afferma5, che Cratete fu il primo, il quale nell’Arte Critica, presa in questo senso, istruisse i Romani.

II. Cratete di Mallo Città della Cilicia figliuol di Timocrate fu, come afferma Suida6, Filosofo Stoico di professione, e detto per soprannome Omerico e Critico, a cagione dello studio, con cui egli alla Gramatica e alla Poesia erasi applicato. Il tempo, in cui venne a Roma, così da Svetonio si stabilisce7: Fu egli mandato da Attalo Re (di Pergamo) al Senato Romano tra la seconda e la terza guerra Cartaginese, poco dopo la morte di Ennio. Come però, secondo il comun parere degli Scrittori, Attalo non cominciò a regnare che l’anno 596 dopo la morte di Eumene suo fratello, ed Ennio, come detto abbiamo, morì l’anno 584, convien dire, che o non subito dopo la morte di Ennio venisse Cratete a Roma, o, se vennevi subito, ciò non fosse quando Attalo era Re, ma quando era collega di Eumene suo fratello nell’amministrazione del Regno. Venuto egli dunque a Roma, mentre vi trattava gli affari, per cui da Attalo vi era stato spedito, caduto sventuratamente nell’apertura di un sotterraneo condotto, se gli spezzò una gamba; onde costretto a starsene lungamente in Roma, affine di passare con suo ed altrui vantaggio il nojoso tempo di sua guarigione, prese a trattare con quelli, che a lui venivano, erudite questioni, e a disputare or su uno or su altro degli antichi autori. Accorrevano molti ad udirlo; e dall’udirlo passando alla brama di imitarlo, si fecero alcuni ancor tra’ Romani a praticare somiglianti esercizj, esaminando, spiegando, comentando i versi o de’ loro amici o d’altri, che di tal cura giudicassero degni. Quindi questo genere di studio venne in maggior nome che prima non era, e due Cavalieri Romani, L. Elio Lanuvino e Servio Claudio, ad esso applicatisi grande




tìifL Axtis Crit ap. Jftomanas $, (*) Tn Lexic. ad Y. „ Cr^tes .,,* ix* (3) i-oc cit.