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150 Storia della Letteratura Italiana.


cui eran venuti, e quindi rimandare i Filosofi alle lor scuole in Grecia, e fare in modo, che i giovani Romani seguissero, come usato aveano fino allora, ad aver per maestri le Leggi e i Magistrati. Era troppo grande l’autorità di Catone, perché il suo parere non prevalesse. Per agevolare ancor maggiormente la partenza de’ Greci Filosofi, il Senato permise, che la multa degli Ateniesi ristretta fosse a soli cento talenti. In tal maniera i Filosofi lieti del felice riuscimento del loro affare, e del plauso da essi ottenuto in Roma, fecero alle lor patrie ritorno. Tutto ciò da Plutarco e da altri antichi autori presso il Freinshemio1 .

XI. Questo procedere di Catone non ci dà una troppo vantaggiosa idea del suo pensare in ciò, che appartiene alle scienze. E sappiamo nondimeno, che dotto uomo egli era e in molti studj egregiamente versato. Anzi possiam dire a ragione, che fu egli il primo, che prendesse a illustrare in lingua Latina molti argomenti, che da’ Romani Scrittori non erano ancora stati trattati. Abbiamo tuttora i libri, che intorno all’agricoltura egli scrisse, se pure a Catone debbonsi veramente attribuire que’, che ne portano il nome2. Perciocché Giammattia Gesner, che una bella edizione ci ha data di tutti gli antichi Scrittori d’agricoltura stampata in Lipsia l’anno 1735, con molte e forti ragioni ha mostrato, che l’opera, che abbiam di Catone, non è che una informe raccolta di molti frammenti raccolti qua e là, e mal connessi tra loro, fra’ quali alcuni ve ne ha, che forse non sono di Catone, ed altri ancora alterati e guasti. Egli ancora fu il primo, che la Storia Romana scrivesse in prosa, e sette libri ei ne compose intitolati delle origini, di cui vedremo fra poco, quanta stima avesse Cicerone. Dell’Arte Militare ancora e dell’

  1. Suppl. ad Liv L XLVII c. XXV
  2. I romani mostrarono assai presto quanto fosser solleciti di propagare lo studio dell'agricoltura; perciocchè avendo espugnata Cartagine, e trovati in essa ventotto volumi che intorno ad essa avea scritti Magone, portaronli a Roma; ed essi furono per ordine del senato tradotti in latino, come narrasi da Columella (l. 1, c. 1), il quale oltre Catone, Varrone, Virgilio, e Igino nomina ancora alcuni scrittori latini che sullo stesso argomento avean pubblicati libri, cioè due Saserni padre e figlio, e Scrofa Tremellio di cui dice che rendette eloquente l'agricoltura.