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Parte III. Libro III. 217

certo, che Fedro fa menzion di Sejano il famoso Ministro dell’Imperadore Tiberio, e duolsi di essere ingiustamente da lui calunniato ed oppresso 181; il che è pruova evidente, che a quel tempo egli visse; benché a ragione si creda, che le sue favole, o almen il Prologo, in cui di esso ragiona, egli non pubblicasse se non dopo la caduta di quel potente Ministro. E’ certo ancora, che, parlando di una sentenza data da Augusto, dice di raccontar cosa a sua memoria avvenuta:

 Narrabo tibi, memoria quod factum est mea182.

Certo è per ultimo, che egli nel titolo del libro è detto Liberto di Augusto; né vi è ragione a credere, che un altro Imperadore si accenni, e non quello, che per proprio e particolar soprannome fu detto Augusto. Quindi a me non pare improbabile, che Augusto conosciuto il talento di questo suo schiavo, e vedutene alcune favole, gli rendesse per premio, come spesso accadeva, la libertà. E’ vero, che i primi quattro libri delle sue favole dedica egli a un certo Eutico, che vuolsi vissuto sotto Caligola. Ma chi ci assicura, ch’ei fosse il medesimo? Un Eutico condottier d’Asini trovasi anche a’ tempi di Augusto. Io non credo certo, che fosse questi il Mecenate di Fedro. Ma non poteva egli esservi anche un altro Eutico, a cui Fedro dedicasse i suoi libri? Innoltre dalla morte di Augusto all’impero di Caligola non passarono che ventitrè anni; e poté essere il medesimo Eutico, a cui Fedro a’ tempi di Augusto e di Tiberio offerisse le sue favole, e che pure vivesse a’ tempi ancor di Caligola.

XLVIII. Ma non del tempo soltanto, a cui Fedro vivesse, si è disputato, ma sì ancora s’egli vivesse mai. Gianfederigo Cristio pubblicò l’anno 1749 una Dissertazione, in cui pretese di dimostrare non esser mai stato al mondo un Fedro antico scrittor di favole, e queste esser tutte opera di moderno autore. Io non ho veduta questa Dissertazione, ma solo un cenno, che se ne dà negli Atti di Lipsia183, e nella Nuova Biblioteca Germanica184, ove ancora si accennano i libri contro questa nuova e troppo ardita opinione venuti alla luce185. Certo è però, che

  • ) Agli Scrittori qui mentovati, che han voluto muovere dubbio, qon fol fé

(1) Lib. IH. inProI. (3) An. 1749. pag. 710. «Lib. III. Fab. X. (4) T. XXIII. p. 371.