Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
tonio55, tratto da una lettera a Cornelio Nipote, che più non abbiamo, in cui così gli scrive: Chi potrai tu antiporre a Cesare tra quegli Oratori ancora, che solo in quest’arte sonosi esercitati? Chi avvi, che più di lui usi frequenti ed ingegnose sentenze? Chi più colto e più elegante nel favellare? Bellissimo ancora è l’elogio, che di Cesare fa Quintiliano. Questi, egli dice56 , se solamente al foro si fosse applicato, sarebbe tra’ nostri il solo da opporsi a Cicerone. Tal forza egli ha, tale ingegno e tal impeto nel ragionare, che ben si vede, che lo stesso animo recò egli a perorare che a combattere. A tutto ciò inoltre si aggiugne una maravigliosa eleganza e proprietà di stile, di cui fu singolarmente studioso. Ma di Cesare più lungamente favelleremo, ove degli Storici ci converrà tenere ragionamento. Molti altri Oratori potrei qui annoverare, che fiorirono al tempo stesso di Cicerone; poiché di molti troviam contezza in varie sue opere, e in quelle di altri Autori. Ma dirò io ancora ciò, che in somigliante argomento dice Quintiliano57: Sunt & alii scriptores boni; sed nos genera degustamus, non bibliothecas excutimus.
XIX. Prima però di passare più oltre, vuolsi qui congiungere a Cicerone un suo carissimo schiavo prima e poscia liberto, cioè Tullio Tirone, uomo anch’esso di non volgare sapere, e dal suo Padrone perciò teneramente amato. Basta legger le lettere, che Cicerone gli scrisse58, per vedere quanto esso gli fosse caro. Io penso, che più affettuose espressioni non usasse mai Tullio né colla stessa sua moglie da lui per altro per lungo tempo amata teneramente, né col fratello, né con verun altro di sua famiglia. Era in fatti Tirone uom colto nelle belle arti, e di costumi insieme piacevoli e dolci al sommo; e grande vantaggio recava a Cicerone ne’ suoi studj, come egli medesimo si dichiara scrivendo ad Attico59. Veggo, dice, che tu se’ sollecito per Tirone. Quanto a me, benché egli mi sia di maraviglioso ajuto, allorquando è sano, ne’ miei negozj e ne’ miei studj d’ogni maniera, nondimeno per la piacevolezza e modestia sua più ancora che pel mio vantaggio io desidero ch’egli sia sano. E a lui stesso