Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/408

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il chiamano, quarto libro delle Quistioni Accademiche ci fa abbastanza conoscere, chi egli fosse. Uomo di grande ingegno, di memoria, come Cicerone la chiama, in certo modo divina, di continuo studio, e in tutte le belle arti maravigliosamente erudito, dopo avere impiegati molti anni nel coltivamento delle scienze e nel civile governo della Repubblica, fatto improvvisamente supremo General delle truppe nella pericolosa guerra contro di Mitridate divenne subito uno de’ più valorosi Capitani che fosser mai. Il viaggio da Roma in Asia fu l’unico tempo, ch’egli ebbe a istruirsi nella scienza di guerra, e nondimeno in sì poco tempo parte leggendo, parte trattenendosi co’ più versati in tal arte, divenne in essa sì esperto, che Mitridate stesso ebbe a dire, che non avea mai letto d’alcun altro, che gli si potesse uguagliare. Dopo essere stato per molti anni l’arbitro, per così dire, della Repubblica, ritiratosi a vita privata un nuovo spettacolo offerse agli occhi de’ Romani, mostrando loro, fin dove possa giugnere la magnificenza e il lusso d’un uom privato. Ampj e spaziosi portici, amenissime ville, altre sul mar medesimo fabbricate, altre sul pendio de’ colli, bagni, teatri, pitture, statue, pompa in somma e delizie e grandezze reali, si videro la prima volta per opera di Lucullo in Roma, la quale cominciò allora a vergognarsi dell’antica lodevole semplicità. Ma ciò che fa al nostro argomento, si è la raccolta grande di libri, ch’ei fece, e l’uso, che agli uomini eruditi ne concedette. Moltissimi, come narra Plutarco15, e scritti con somma eleganza egli ne unì, e volle, che la sua Biblioteca non meno che le scuole e i portici, che vi eran d’intorno, aperte fossero a’ dotti, e a’ Greci Filosofi singolarmente, de’ quali allora era gran numero in Roma. Ivi dunque raccoglievansi essi, e spesso i giorni interi vi passavano disputando. Lucullo stesso v’interveniva sovente, e di qualunque cosa fosse lor d’uopo, prontamente li compiaceva; né abbastanza si può spiegare, qual premura e qual amore egli avesse singolarmente pe’ Filosofi Greci. Onoravali, e favorivali in ogni maniera; seco li tratteneva a mensa; e voleva, che la propria casa fosse loro comune. Tutto ciò Plutarco. La Biblioteca di Lucullo viene ancor rammentata da Cicerone16; il qual dicendo