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Parte I. | 11 |
care, se non che quando appena cominciava la pittura a conoscersi in Grecia, usata ella già era, e perfetta in Italia. In questo senso e non altrimenti intese egli pure queste parole Davide Durand, che questo libro di Plinio tradotto in Francese ed illustrato con note stampò in Londra l’anno 1725, della qual traduzione con somma lode si parla nella Biblioteca Inglese1. Or ecco in qual maniera traduce egli un tal passo. Mais ce que nous venons de dire des origines de la Peinture ne règarde que la Grece; car pour ce qui est de l’Italie il faut convenir, que la peinture y avoit deja acquis toute sa force, & toute sa beautè avans Demaratus, puisqu’ encore aujourd’hui il en reste des excellens morceaux plus anciens que Rome dans les debris du temple d’Ardèe. Oltre di che avendo Plinio trovato il più antico monumento di pittura Greca intorno all’Olimpiade XVIII e affermando, che in Ardea, in Lanuvio, e in Cere pitture vi erano più antiche di Roma, che fu fondata, secondo la cronologia del Petavio, nell’Olimpiade VI, egli è evidente, che Plinio afferma e prova, che in Italia assai prima che in Grecia ebbe la pittura cominciamento.
XI.
E prima di tutti li altri popoli d’EuropaEd ecco, per quanto da’ monumenti antichi si può raccogliere, assicurato questo non dispregevole onore all’Italia di avere essa prima de’ Greci usato della pittura. Dico prima de’ Greci; perciocchè io non voglio qui entrare in quistione, se altre nazioni fuori d’Europa, come i Caldei, i Fenicj, gli Egiziani, ne usassero più anticamente. A me basta il mostrare, che niuno usonne in Europa prima degl’Italiani, cioè prima degli Etruschi, a’ quali certamente attribuire si debbono queste pitture più antiche di Roma, di cui Plinio favella. Cære era una delle Città degli Etruschi, detta ora Cervetere. Lanuvio, e Ardea appartenevano propriamente la prima a’ Latini, a’ Rutuli la seconda; ma come di niuno di questi popoli noi sappiamo, che coltivator fosse delle arti liberali, il che è indubitabile degli Etruschi, ella è cosa troppo verisimile, che questi dalle altre Città confinanti fosser chiamati, allorquando di alcun lavoro di tal natura facea loro bisogno2.