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60 Storia della Letteratura Italiana.

e dall’altra dieci stalle, ed in queste era pure riposto il fieno pe’ cavalli, non meno che il luogo adattato per lo bagaglio de’ servi e de’ soldati a cavallo. Nelle prora poi era una cisterna d’acqua, che chiudere ed aprire potevasi. Era questa di assi unite, ed impeciate con lino, e conteneva due mila metrete [cioè 216.000 libbre in circa di acqua]. Vicina alla cisterna era una peschiera fatta di molte tavole di legno con lame di piombo: era piena d’acqua salsa, ed in essa ben nodrivansi molti pesci. Dai lati della nave sporgevansi in fuori alcune travi a proporzione tra loro distanti, le quali sostenevano i ripostigli per le legne, i forni, le cucine, le macine, ed altri molti ministeri servili. Sull’esterior della nave v’erano molte statue alte sei braccia, che rappresentavano Atlante, le quali tutte secondo il loro ordine sostenevano la mole del tavolato, ed il lavoro fatto a canaletti nelle cornici delle colonne. Tutta la nave poi era adornata di proporzionate pitture, ed era munita d’otto gran torri, che corrispondevano alla sua altezza, due in poppa, due in prora, e l’altre nel mezzo. A cadauna poi di queste erano legate due antenne, e di sopra eranvi alcuni fori, per mezzo de’ quali si lanciavano de’ sassi contra i nemici, che s’avvicinavano. Ognuna di queste torri veniva ascesa da quattro giovani armati, e due arcieri, e l’interno di queste era tutto pieno di sassi e di saette. V’era in oltre fabbricata per il lungo della nave una muraglia co’ ripari e coi tavolati, e sopra di questi era collocata una ballista da tre legni a guisa di triangolo sostenuta, che lanciava un sasso di tre talenti (quando questi talenti si considerino Attici dell’ordine de’ minori, come io credo ragionevole, secondo l’usanza comune degli antichi, pesava quel sasso cento ottanta sette libbre e mezza Romane; imperciocchè ogni talento Attico minore era di sessanta mine, che corrispondevano a sessanta due libbre e mezza Romane), ed una saetta di dodici braccia, e l’uno e l’altra per lo spazio di uno stadio (vale a dire di un’ottava parte d’un miglio, o sia di 125 passi geometrici), e questa macchina era stata da Archimede fabbricata. V’erano inoltre certi fori in grosse travi intagliati, e sostenuti da catene di bronzo. Tre erano gli alberi della nave, e ciascuno di questi aveva due antenne caricate di sassi, dalle quali uncini e palle di piombo lanciavansi contro i nemici. Era circondata la nave da una palizzata di ferro, la quale teneva lontani gli assalitori, ed eranvi tutto all’intorno certe mani ferrate, le quali gettate per mezzo