Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/113

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E non mostri il velen che hai drento ascoso
Per dolenti poi farli alla partita.

Colpita da grave infermità dice:

O m’è venuto tanto male addosso
Che più star ritta niente non posso.
Che vuol dir questo? ei mi manca la vita.
Gesù Gesù, dolce Signore, aita.

Intorno alla morente fanno l’ultima battaglia l’angiolo e il demonio. Gli argomenti dell’angiolo si possono ridurre in questi tre versi:

Umana cosa è cascare in errore,
E angelica cosa il rilevarsi,
Sol diabolica cosa è star nel vizio.

Dio accoglie l’anima e pronunzia il suo giudizio:

E questa è la mia ultima sentenzia,
Che la venghi a fruir la mia presenzia.

E l’angiolo dice:

Partite tutti: la sentenza è data:
Sonate per dolcezza una calata.

E il coro accompagna l’anima al cielo con questo canto:

O felice Alma, che dal corpo sciolta
E per amor congiunta col tuo Dio,
La vita t’è donata e non t’è tolta,
Sei fatta ricca di un prezzo sì pio,
E con veste sì bella e nuziale
Al convito starai celestiale.

Così finisce questa rappresentazione, detta Commedia, perchè si conchiude con la salvazione e non con la perdizione dell’anima. È detta anche misterio, per la sua natura allegorica. È uno degli antichissimi misteri