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gende, ne’ Trattati e nella Lirica. Spiritus intus alit. Lo spirito che alita per entro a quelle prose e a quelle poesie è la Commedia dell’anima.
Ma in tante prose e in tante poesie non ci è ancora un vero lavoro d’individuazione e di formazione. Il contenuto rimane nella sua astratta semplicità, innominato e impersonale, l’anima. Essendo il suo fondamento la contemplazione, e non l’azione, o un’azione negativa, la resistenza agl’istinti e agli affetti naturali non penetra nella vita, non ne assume tutte le forme, non diventa la società. Certo, quell’azione negativa e molto poetica, e il sublime religioso, e tocca il cuore, quando è rappresentata con semplicità e unzione. Ma in questo contrasto tra il sentimento religioso e la natura, ciò che move più è il grido della natura, come ne’ lamenti della madre di Santo Alessio o di Santa Eugenia, o nel dolore d’Isacco nel Sacrifizio di Abraam, che all’annunzio della sua morte chiama la madre:
O santa Sara, madre di pietade,
Se fussi in questo loco, io non morrei.
Tutta è l’anima mia trista e dolente
Per tal precetto, sono in agonia:
Tu mi dicesti già che tanta gente
Nascer doveva della carne mia.
Il gaudio volge in dolor sì cocente,
Che di star ritto non ho più balìa.
S’egli è possibil far contento Dio,
Fa ch’io non mora, o dolce padre mio.
Quantunque questo non sia che uno de’ lati più angusti e solitarii della vita umana, così ricca e varia nei suoi aspetti, pure offre contrasti e gradazioni, che lo rendono capacissimo di un grande sviluppo artistico. Ma in quel suo albore la letteratura ha lo stesso carattere che mostra nella decadenza, la naturalità o materialità del contenuto. Tante vite e storie e leggende e visioni stuz-