Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/282

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spirito nuovo, il senso del reale e del concreto, così sviluppato ne’ pagani. Non vi si appaga l’artista, e non vi si appaga l’uomo; perchè si sente inquieto, non ben sicuro di quello che crede e vuol far credere, e sente il morso del senso, e tutte le ansietà di un amore di donna. Scoppia fuori la contraddizione, o il mistero. Il suo amore non è così possente che lo metta in istato di ribellione verso le sue credenze, nè la sua fede è così possente che uccida la sensualità del suo amore. Nasce un fluttuar continuo di riflessioni contraddittorie, un sì ed un no, un voglio e non voglio:

Io medesmo non so quel che mi voglia.

Nasce il mistero dell’amore, che ti offre le più diverse apparenze, senza che il poeta giunga ad averne chiara conoscenza:

Se amor non è, che dunque è quel che io sento
Ma s’egli è amor, per Dio che cosa e quale?

Manca al Petrarca la forza di sciogliersi da questa contraddizione, e più vi si dimena, più vi s’impiglia. Il Canzoniere in vita di Laura è la storia delle sue contraddizioni. Ora gli pare che contraddizione non ci sia, e unisce in pace provvisoria cielo e terra, ragione e senso, gli occhi che mostrano la via del cielo e gli occhi alfin dolci tremanti,

Ultima speme de’ cortesi amori

Sono i suoi momenti di sanità e di forza, di entusiasmo più artistico che amoroso, dal quale escono le vivaci descrizioni del bel corpo, e le tre canzoni sorelle. Ora si sente inquieto, e si lascia ir dietro alla corrente delle impressioni e delle immagini, e vede il meglio e al peggio s’appiglia, come conchiude nella canzone

I’ vo pensando e nel pensier m’assale,