Pagina:Storia della letteratura italiana II.djvu/314

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sperienza interna, l’analisi psicologica. L’Ente, ch’era il primo filosofico, qui è un prodotto della coscienza, un ergo. L’evidenza innanzi a’ sensi e innanzi alla coscienza, il senso interno, e il criterio della verità. Cartesio, che era un matematico, introduce nella filosofia la forma geometrica, credendo che in virtù della forma entrasse nel mondo metafisico quella evidenza ch’era nel mondo matematico. Era un’illusione, il cui benefizio fu di cacciar via definitivamente le forme scolastiche e aprire la strada a quella forma naturale di discorso di cui Machiavelli avea dato esempio, ed egli medesimo nel suo ammirabile Metodo. Queste idee non erano nuove in Italia, anzi erano volgari a tutti gli uomini nuovi; ma naufragate in vaste sintesi immature e senza eco rimanevano sterili. Qui le vedi a posto, staccate, rilevate formulate con chiarezza ed energia, e parvero una rivelazione. D’altra parte Cartesio ebbe cura di non rompere con la fede, e di accentuare la natura spirituale dell’anima e la sua distinzione del corpo, base della dottrina cristiana, sì che dicea parergli meno sicura l’esistenza del corpo, che quella dello spirito; oltre a ciò con le sue idee innate lasciava aperto un varco alla teologia e al soprannaturale. Così egli ti dava la prima filosofia nuova che sembrasse conciliabile con la religione, in un tempo che per l’infanzia della critica e della coscienza non era facile pesare tutte le sue conseguenze. Perciò, come la Riforma religiosa, la sua Riforma filosofica ebbe un gran successo; perchè le riforme efficaci son quelle che prendono una forma meno lontana dal passato e dallo stato reale degli spiriti. Aggiungi la sua superficialità, l’estrema chiarezza, la forma accessibile, quel presentar poche idee e nette innanzi alle moltitudini, si rivelava già lo spirito francese volgarizzatore e popolare. La conseguenza naturale della Riforma era questa, che l’uomo rientrava in grembo della natura,