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Beccaria dice: «I grandi monarchi, i benefattori dell’umanità, che ci reggono, amano le verità esposte dall’oscuro filosofo, e i disordini presenti sono la satira e il rimprovero delle passate età, non già di questo secolo e de’ suoi legislatori». E Filangieri con entusiasmo meridionale così conchiude il libro secondo della sua Scienza della Legislazione: «Il filosofo dee essere l’apostolo della verità e non l’inventore de’ sistemi. Il dire che tutto si è detto, è il linguaggio di coloro che non sanno cosa alcuna produrre, o che non hanno il coraggio di farlo. Finchè i mali che opprimono l’umanità non saranno guariti; finchè gli errori e i pregiudizi che li perpetuano, troveranno de’ partigiani; finchè la verità conosciuta da pochi uomini privilegiati sarà nascosta alla più gran parte del genere umano; finchè apparirà lontana da’ troni, il dovere del filosofo è di predicarla, di sostenerla, di promuoverla, d’illustrarla. Se i lumi che egli sparge non sono utili pel suo secolo e per la sua patria, lo saranno sicuramente per un altro paese. Cittadino di tutt’i luoghi, contemporaneo di tutte le età, l’universo è la sua patria, la terra è la sua scuola, i suoi contemporanei e i suoi posteri sono i suoi discepoli». La filosofia è già oltrepassata. Non la si dimostra più, è un antecedente generalmente ammesso. Lo scopo non è fare una filosofia, inventare un sistema. Lo scopo è un apostolato, propagare e illustrare la filosofia, cioè la verità conosciuta da pochi uomini privilegiati. È la verità annunziata con tuono di oracolo, col calore della fede, come facevano gli apostoli. È una nuova religione. Ritorna Dio tra gli uomini. Si rifà la coscienza. Rinasce l’uomo interiore. E rinasce la letteratura. La nuova scienza già non è più scienza; è letteratura.