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IV. — Il Popolo.


» In Italia il popolo è ancora da crearsi, ma egli è pronto a rompere l’involucro che il rattiene ancora. Parlate spesso, molto, e per tutto delle sue miserie, e dei suoi bisogni. Il popolo non intende ancora, ma la parte operosa della società si penetra di questi sentimenti di compassione per il popolo, e tosto o tardi ella opera. Le discussioni profonde e dotte non sono necessarie né opportune, vi sono parole generatrici che contengono tutto, e che devono sovente ripetersi al popolo: libertà, diritti, dell’uomo, progresso, eguaglianza, fratellanza, ecco quello che il popolo comprenderà, sopratutto quando vi si contrapporranno le parole di dispotismo, di privilegi, di tirannia, di schiavitù. Il difficile non è convincere il popolo, ma riunirlo; il giorno in cui sarà riunito, sarà il giorno dell’era novella.


V. - Tutti.


» La scala del progresso è lunga, vuolsi tempo e pazienza per salirne a capo. Il mezzo di andare più presto, si è non varcare che uno scalino per volta; volere prendere un volo presso l’ultimo, egli è esporre l’impresa a parecchi danni. Sono omai due mila anni che un gran filosofo chiamato Cristo (orrenda bestenmiia chiamare così l’uomo Dio)1 predicò la fratellanza che si cerca ancora nel mondo. Ricevete dunque tutti i soccorsi che vi saranno offerti, senza riguardarli mai come poco importanti. Il globo terrestre è formato di grani di sabbia; chiunque vorrà fare un solo passo di progresso con voi, dev’essere dei vostri finché v’abbandoni. Un re dà una legge più liberale; applaudite, domandandogli quella

  1. Questa nota di chi pubblicò in Roma le istruzioni del Mazzini affinchè i Romani aprisser gli occhi, e se ne guardassero.