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della rivoluzione di roma 181

Camera capitolina, volle abolito quello sfregio siccome un segno superstite di religiosa intolleranza. 1

Ma altra cosa pur anco produsse una maggiore e più grata impressione nell’animo dei Romani, e fu quel vedere in Roma una deputazione d’Inglesi indirizzarsi al Santo Padre per ringraziarlo del bene fatto agl’Irlandesi colpiti dal flagello della fame, esserne benevolmente accolta, e riceverne la sua risposta. Piacque pure l’aver veduto pochi giorni dopo presentarsi al pontefice un ambasciatore straordinario inviato dal Sultano per complimentarlo. Racconteremo separatamente questi due avvenimenti.

Ebbe luogo il primo il giorno 8 di febbraio. Erasi formato però fin da qualche tempo prima un comitato d’Inglesi, fra quelli che in Roma risiedevano, all’oggetto di raccoglier sussidi pei poveri Irlandesi.

Concorse il Santo Padre a questa opera benefica, somministrando un migliaio di scudi del proprio peculio, e gl’Inglesi desiderosi di esprimere la loro gratitudine, e tributare nel tempo stesso un atto di ossequio alla Santità Sua, chiesero ed ottennero l’udienza pel giorno otto di febbraio nel quale recaronsi in deputazione alla medesima.

Il dottor Cullen rettore, ed il dottor Kirby vice rettore del collegio irlandese, presentarono la deputazione al Santo Padre.

Essa componevasi dei signori:

Ffolliot membro del Parlamento
Blancy Balfour
Whiteside
Ross de Bladensburg
Jones
Bryan colonnello
Jenkinson capitano
Patterson capitano
Dewedney reverendo
Richards reverendo
  1. Vedi Ranalli, vol. 1. pag. 88.