Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. I).djvu/281

Da Wikisource.

della rivoluzione di roma 271

delle popolazioni, che per alto consiglio della Provvidenza sono affidate al paterno regime dei Sommi Pontefici; nè ho motivo di dubitare di una perfetta corrispondenza di sentimenti dalla parte di codeste I. R. gabinetto, che vorrà, spero, essermi cortese, come ha sempre praticato coi miei illustri predecessori, dell’amichevole sua fiducia.

» Avvezzo a servire coscienziosamente il mio sovrano in ogni epoca della vita, io servirò Pio IX anche in forza di quella simpatia che ispirano le sue rare doti di mente e di cuore, e che formando di esso un modello di uomo privato e di ottimo principe, lo hanno reso T idolo del suo popolo. Nè certo mi ristarò perchè un amore sì ragionato e sì forte abbia ad accrescere anzichè a rallentarsi, cooperando a quelle saggie riforme, che ovunque si vagheggiano, e secondando, compatibilmente con la natura delle cose nostre, e coll’essenza del governo pontificio, le inclinazioni e le tendenze di quel partito moderato, che forma indubitatamente l’immensa maggioranza delle nostre popolazioni.

» Fra queste inclinazioni e tendenze vi è pur quella onestissima di mostrare all’Europa che sotto il regime di un principe giusto e curante i veri interessi dei suoi stati non v’ha bisogno di esterno concorso per la conservazione dell’ordine, essendovi gr interni elementi per guarentirlo, se esistente, e per ripristinarlo, se per qualunque causa venga minimamente turbato. Questa tendenza, propria di ogni nazione che sente la sua dignità, e sa rispettare se stessa, si pronunzia per guisa, in tutte le abitudini, in tutti gli scritti, in tutti i movimenti degl’Italiani, che il solo remoto sospetto che sia contradetta, li offende, li irrita, e li rende incapaci di freno. È perciò che un governo qualunque italiano, in questi difficili tempi, perderebbe in un istante la fiducia e l’amore dei suoi amministrati, dolce e sicuro elemento d’interna felicità, se avesse l’apparenza di tollerare quando che fosse, non dirò un fatto, ma un’ombra soltanto di qual-