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altrove avevan creato un nuovo stato nello stato, si tacessero, o le lor mene paralizzate fossero affine che venisse impedito il segreto e tenebroso maneggio delle società segrete e delle sètte, che pure non si sa con quale scopo osavano alzare la testa.»

Sostenendo, siccome facciamo, la gran potenza che assunsero i circoli, abbiamo citato tali autori che non ci si accagionerà al certo di averli scelti nel partito clericale, poichè il Guerrazzi, il Brofferio e l’Orsini sono a tutti noti pei loro principî.

Dopo dati questi brevi cenni generici sulla potenza perniciosa dei circoli, passiamo a parlarne in ispecie, incominciando dal


Circolo Romano.


Questo circolo fu il primo ed il più influente di tutti in Roma. Esso fu il centro dal quale emanava l’indirizzo e la forma che dar si voleva alla manifestazione della pubblica opinione. In esso discutevansi le grandi questioni del giorno; da esso venivan deliberate e promosse molte di quelle dimostrazioni che costituirono il carattere della rivoluzione pacifica durante l’anno 1847, e nei primi periodi dell’anno successivo, come verremo narrando.

Gran parte degl’ingegni e de’ migliori politici, non che degli uomini di facondia ed influenza sociale in esso confluivano. La nobiltà romana, quella parte vogliam dire che si associò al movimento del giorno, ebbe nel circolo romano il suo centro direttore. Eranvi inoltre molti forensi di conto, ed una eletta di commercianti e di possidenti. Vi era in somma, direm quasi il fiore della società animata dalle idee di ordine e di progresso.

E tanta fu la politica importanza che a poco a poco venne assumendo, da poter senza tema di esagerazione asserire ch’esso quasi governò Roma nell’epoca sovraccitata.