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Bordiga. Per chi voglia conoscere meglio lo spirito e le particolarità della romana rivoluzione, è il giornale da consultarsi a preferenza di ogni altro.1

Avemmo inoltre il Giornale dei Dibattimenti del piemontese avvocato Pietro Ballauri in foglio. Avemmo pure la Guardia nazionale in foglio piccolo del napoletano Domenico Parente: giornale importantissimo per le indicazioni. Ma in fatto d’indicazioni, specialmente pel movimento del personale degl’impiegati civili e militari, il giornale più ricco e più esatto di tutti era l’Indicatore in foglio piccolo, redatto dal faentino Rebeggiani avvocato Giuseppe, che incominciò col 3 marzo 1848 e terminò coll’ingresso dei Francesi in Roma il 3 luglio 1849.

Quando però la rivoluzione trovossi più avanzata avemmo: il Positivo in foglio grande del più volte menzionato monsignore Carlo Gazòla nel quale scriveva ancora un Biagio Miraglia calabrese, autore di una storia sulle cose della repubblica: il Tribuno in foglio piccolo di Filippo De Boni di Feltro, che nacque nel gennaio e terminò nel febbraio del 1849: l’Italia del Popolo di Giuseppe Mazzini genovese, in foglio, che ebbe col 2 di aprile 1849 il suo incominciamento, e terminò il 3 luglio coll’entrar dei Francesi in Roma. Esso può riguardarsi siccome il giornale repubblicano per eccellenza.

Oltre il Mazzini vi scrivevano Lizabe Ruffoni di Ferrara, la principessa di Belgioioso, nominata di sopra, e Giacomo Bertoni di Faenza. E siccome fra i nomi degli amministratori, cassieri, o collaboratori troviamo quelli di un Numa Palazzini di paese incerto, di Giuseppe Avezzana genovese, di

Maurizio Quadrio
Adriano Lemmi                           tutti di paese incognito,
Gualdo Bonis

così potrà dirsi che l’Italia del Popolo fu un giornale ro-

  1. Vedi Gualterio, vol. I. parte II. Riforme, Firenze, 1861, pag. 249.